Chi conosce anche minimamente cosa giace dietro alla realizzazione di un disco riesce a capire che non si tratta di un’attività semplice; per una band è un’investimento, sia in idee che in termini pecuniari, che può portare anche il nulla come risultato. La cosa può scoraggiare, è vero, eppure molti act underground producono musica da quasi trent’anni senza aver mai compiuto un salto esagerato…
Prendiamo ad esempio i Desaster…attivi da tre decenni, con una discografia enorme e un invidiabile patrimonio di palchi calcati, i quattro tedesconi rappresentano a pieno titolo uno di quei nomi che non ha mai fatto il ‘salto’ vero e proprio ma che ha saputo ritagliarsi ottime soddisfazioni. Con questo nuovo “The Oath Of An Iron Ritual” Infernal e soci scatenano nuovamente il proprio ‘io’ devastante imbastito con maestria ed esperienza. Thrash metal carico di rabbia e cattiveria si unisce a piccole influenze black, completandosi con una massiccia dose di epicità che funge da ciliegina sulla torta.
La produzione è maestosa e monolitica, caratteristica che dona al platter una marzialità ancora maggiore; i suoni sono oscuri e polverosi mentre le performance denotano un quartetto che prova ancora enorme piacere a suonare assieme e a creare nuova musica. Al mixing spetta il compito più difficile, ovvero di bilanciare asce e sezione ritmica, mentre il mastering si preoccupa solamente di rendere il tutto rotondo e potente.
“Intro (The Oath)’’ ci porta nell’universo di disperazione dei Desaster…”Proclamations In Shadows”, “Damnatio Ad Bestias” e “The Denial” si plasmano come i capitoli di più facile accessibilità, grazie alle strutture dirette, mentre “End Of Tiranny”, “Conquer And Contaminate” e la title track mostrano i lati più epici del songwriting di Infernal e soci. Menzione a parte se la possono godere “The Cleric’s Arcanum” e “Hauting Sirens”, dove la band prova soluzioni meno agghiaccianti in favore di una , fievolissima, vena melodica.
Ennesimo lavoro, ennesimo passo avanti…ai Desaster sembra che il passar del tempo faccia bene, apparendo sempre cattivi e forzuti ma con una più spiccata ricerca dell’originalità. Da ascoltare per imparare.