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DALIT – Descent

Un particolare che ho sempre ricercato negli album è l’atmosfera che permea la musica ovvero quell’alone che aiuta l’impersonificazione nelle songs…potrebbe sembrare una pignoleria da nulla ma, alla stessa stregua del modo in cui si imposta la trama di un libro, anche i dischi hanno bisogno di ‘vivere e respirare’ anche attraverso il freddo supporto ottico.

 

I Dalit riescono in questo, oltre che nella musica…a distanza di ben sette anni dal debut omonimo, i quattro scandinavi tornano a far vibrare i nostri padiglioni auricolari con estrema cura e raffinatezza. Il doom proposto in questa sede apre le porte a certe soluzioni sonore care sia al death melodico che al rock progressivo, infarcendo il tutto con una magia sonora che trasporta l’ascoltatore nei lidi ossessionanti che permeano nei testi. La maestria dell’unione tra musica e ambientazione fuoriesce prepotente dalle tracce, catalizzandovi il cervello e ingabbiandovi i pensieri.

 

La produzione è oscura e fosca come la nebbia nordica che si stabilisce lungo i fiordi, forte di una freddezza glaciale impressionante; i suoni sono gelidi e pungenti come coltelli affilati mentre le performance mostrano un acume arrangiativo tipicamente doomy, dove alla mera tecnica viene preferita una visione d’insieme…infine il mixing è il vero segreto per creare tanta atmosfera sinistra, capace di dribblare l’attenzione dell’ascoltatore con garbo, mentre al mastering spetta il solo compito di far impattare un ensemble ricco di grazia.

 

E se “Limbo” non riuscirà a colpirvi al cuore istantaneamente, dovuto forse a una eccessiva lunghezza, con “Departure” e la titletrack avremo il vero assaggio del mix doom/death dei Dalit…”Wasichu” è una strumentale dal forte sapore melodico mentre con le più particolareggiate “The Hand Of Phineas” e “Request” riscontreremo il percorso di maturazione della band, grazie all’infarcimento di piccole parti folkeggianti e di chitarre ritmiche dal tiro inarrestabile.

 

Sette anni sono molti, ad essere sincero, anche se i risultati sono oltremodo soprafini…di certo i Dalit dovranno darsi una mossa perché oggi giorno è importante rimanere ‘connessi’ per non finire nel dimenticatoio, soprattutto con queste carte da giocare.

  • 7,5/10

  • DALIT - Descent

  • Tracklist

    1. Limbo

    2. Departure
    3. Descent
    4. Wasichu
    5. The Hand Of Phineas
    6. Request

  • Lineup

    Eirik Hellem: Bass & Vocals

    Jon Ivar Larsen: Guitars
    Erlend Trengereid: Guitars
    Cato Gulaker: Drums