C’è differenza tra ‘essere in una band’ ed ‘essere una band’…che la si usi come gioco di parole ridaciano o semplice perversione da letterati, questo enigma risiede nell’incoscio umano dei musicisti, perché crea una differenza sostanziale sia nella passione che si dona a un progetto sia nella qualità che concediamo al nostro estro musicale.
I Necronomicon sono una band e non formano una band…ormai attivi da quasi tre decenni e con una manciata di dischi all’attivo, il trio canadese non è mai sceso a compromessi solo per ‘pubblicare’ ma ha certosinato maniacalmente sulle proprie idee fino a che queste non raccogliessero il consenso totalitario dei membri…”Advent Of The Human God” non trascende da questa regola, arrivando a distanza di tre anni dalla precedente release, e porta con se l’ennesimo passo avanti di un act dedito ad un brutal death metal feroce ma altrettanto ricco di arrangiamenti.
La produzione non eccelle per qualità e pathos ma dimostra un’onestà riconosciuta verso i mezzi a disposizione della band; i suoni sono freddi e gonfi abbinati a delle performance bestiali il cui compito è non far prigionieri…la voce del mitico Rob “The Witch” incarna come sempre il male più morboso e pulsante, mettendo i brividi all’ascolto. Mixing e mastering cercano di sostenere tutto con verve e potenza, anche se il risultato finale risente di un po’ troppo caos.
“The Descent” vi prenderà per mano e vi farà scendere, ad uno ad uno, gli scalini verso l’inferno più profondo…”Advent Of The Human God”, “Unification Of The Pillars” e “Gaia” vi sbatteranno in pieno volto blast beats titanici e oscure orchestrazioni, ponendosi come i veri pilastri di questa nuova opera. “The Golden Gods” si mantiene maggiormente sui midtempos mentre “Crown Of Thorns” e “Alchemy Of The Avatar” vi pugnaleranno profondamente…da segnalare anche la cover della massiccia “Innocence And Wrath”, brano catchy dei Celtic Frost qui proposto sotto una luce interessante.
Di certo i Necronomicon non sono annoverabili tra le eminenze grigie dei generi estremi, tuttavia il messaggio di base è semplice: suonare ciò che piace come una band. E di certo con “Advent Of The Human God” ci sono riusciti.