La Consouling Sounds si sta rivelando una vera macchina da guerra in campo doom/sludge…in particolare sembra nutrire attenzione per quei combi che presentano un sound innovativo e difficilmente accessibile, che propinano platter squisitamente indicati per i veri adepti del genere.
Forse l’esempio più lampante sono questi 30.000 Monkies, band di difficile catalogazione e di altrettanta complicata natura; provenienti dal Belgio, i quattro musicisti hanno già sfornato in patria un paio di ep che gli sono valsi un discreto seguito e, imbastita la caratura live, arrivano a questo debut con una compiacente dose di ironia…sludge, drone e doom si fondono con il metal creando strutture lente e colossali, profondamente scosse da un discreto uso di disarmonie e stonature e da un drumming zoppicante ma efficace.
La produzione è fetida e puzzolente come raramente se ne possono trovare, capace di immobilizzarvi come sabbie mobili; i suoni sono grassi e impastati mentre le performance riscontrano di una cura certosina sia nel songwriting che negli arrangiamenti, portati a valle da un mastering assassino e da un mixing che rende il risultato finale opaco e stagnante.
Il viaggio dei 30.000 Monkies è una costante diversificazione di elementi…”Melina” è claudicante e rocciosa mentre “Coproliet” stagna maggiormente nel doom; “Coccinelle” inizia un percorso di sperimentazione drone altalenante mentre con le due parti di “Mountainesque” si raggiungono i primi stadi di follia…”Apollo 10” e la conclusiva suite “Juice” sono allucinanti sotto ogni profilo, portando l’ascolto a uno stato di disperazione paralizzante.
Per gli amanti del genere ci sarà pane per i propri denti ma per chi mastica poco o nulla i generi lenti sarà un vero inferno. I 30.000 Monkies non sono per gente pavida e i loro subdoli movimenti musicali metteranno alla prova tutta la vostra forza di volontà.
