Non se ne conoscono I motivi ma sembra che I generi estremi attirino sempre più adepti…sarà per il significato di ribellione, o per la possibilità di poter trattare tematiche più sinistre o per sciorinare performance a velocità sostenute ma il movimento underground generato sta prendendo sempre più piede e forgia acts (e relative uscite) interessanti…
Ma con i Bushwhacker bisogna andarci cauti…i quattro nord americani entrano nella suddetta categoria ma non disprezzano anche un amore parziale per le strutture meno convenzionali, finendo per porsi come una soluzione bilanciatissima tra un death non eccessivamente bestiale e un timido progressive metal. “The False Dilemma” mostra un combo sicuramente acerbo ma con ottimi margini di crescita, riuscendo a mettere su freddo supporto ottico un album competitivo sia per esecuzione che per cura nelle registrazioni.
La produzione è fredda ed efficace per meglio esternare i tratti violenti senza eliminare il tocco di classe, mentre suoni e prove strumentali permettono di accedere a quattro musicisti che non hanno paura di mostrare sia doti tecniche che rabbia nel picchiare; a livello di mixing e mastering non ci sono pecche ne lodi, riuscendo a proporre nove songs dal carattere forte e deciso che vi impatteranno nelle orecchie.
L’intero “The False Dilemma” rappresenta una prova di forza per chi ama il genere…”Tower”, “Perfection” e “Golden Shell” vi sapranno donare enormi emozioni in termini di pathos e forza bruta, rappresentando il meglio dell’arte dei Bushwhacker…”Dead Man’s Waltz” apparirà poco convincente ad un primo ascolto mentre pieces come “The Return” e “Cheewhat Giant” passeranno senza infamia e senza lode attraverso i vosti padilioni auricolari.
In sostanza ai Bushwhacker si può concedere anche più di un ascolto senza esagerate pretese; un death metal progressivo fatto con intelligenza e bravura che trasuda ancora un po’ di paura nell’osare e nello sperimentare; ma di tempo ne abbiamo in fondo e possiamo aspettare.
