Gli artisti che rimangono nel tempo sono quelli che sanno evolversi ed imparare da ogni esperienza. Talento e genio ovviamente si stagliano come valore aggiunto, ma la capacità di apprendere e di studiare nuove metodologie espressive rappresenta il vero target artistico a cui aspirare, riuscendo ad imbastire un processo di erudizione che non può portar altro che risultati positivi.
Gli Epica lo fanno da sempre e ogni album mostra uno spessore in continuo aumento. La ‘scalata’ ottenuta in nemmeno tre lustri di carriera viene riassunta in questo nuovo “The Holographic Principle”, dove l’unione tra ritmiche serrate e melodie celestiali sembra aver raggiunto il proprio zenith. Il songwriting abbandona le situazioni ‘estreme’ quasi totalmente ponendo maggiormente l’accento su midtempos e vampate thrashy studiate con meticolosa attitudine, dove una serie di cori catchy e armonie corali sembra prender vita con spudorata naturalezza.
La produzione si mantiene oscura e carica di energia, fungendo da perfetta ambientazione per le complicate lyrics. I suoni sono freddi e taglienti come lame giapponesi mentre le performance mettono in mostra un sestetto dalla compattezza smisurata e dalle possibilità pressoché infinite, dove l’incessante verve di Isaac Delahaye e l’erudito drumming di Arien Van Weesenbeek si stagliano sopra le righe; la voce di Simone Simons, grazie alla sua angelica espressione, rimane il punto fermo del sound degli Epica, un marchio di fabbrica irrinunciabile e unico.
Emozioni a dismisura vi colpiranno in capitoli come “Edge Of The Blade”, “Divide And Conquer” e “Dancing In A Hurricane”, grazie anche ad un uso orchestrale e corale degno dei grandi compositori. “A Phantasmic Parade”, “Beyond The Matrix” e “Once Upon A Nightmare” sono highlights con I fiocchi, capaci di unire un metal energico a cori indovinati sotto ogni punto di vista, mentre altri momenti come “Ascension – Dream State Armageddon” e la titletrack evidenziano l’amore che i sei tulipani nutrono per le strutture intricate e varie.
“The Holographic Principle” rappresenta l’ennesimo step evolutivo degli Epica, capaci di imbastire dischi accattivanti ed interessanti senza perdere il filo conduttore. In un panorama intasato come quello del symphonic metal è bello avere delle certezze dai ‘pezzi grossi’.