Wacken ha ormai superato la denominazione di ‘festival’, arrivando ad essere un autentico evento annuale I cui biglietti spariscono in poche ore…e se per un fan appare come un passaggio obbligato o un’esperienza irrinunciabile, dal lato ‘band’ invece rimane un karma irraggiungibile, una meta non alla portata di tutti…e credo sia interessante viverla, da spettatore o musicista, con il cuore in mano.
Per cui sedersi sul divano e azionare il tasto play del sunto dell’edizione 2015 è una vera delizia…il multicamera ormai più che collaudato mostra sia l’intimità di alcuni shows più settoriali (vedesi Mantar o Beyond The Black) sia la possenza dei mainstage (Santiano o Oomph! Per esempio), mentre sulla caratura delle band ci sarebbero diverse osservazioni da fare, pur mantenendo alto il livello. Se cercate shows professionali e studiati concentratevi sulle performance di Sabaton, In Flames e In Extremo, goduria audiovisiva garantita anche da un audience presissimo, mentre se amate la rozzezza pura allora acts come Kataklysm e Cannibal Corpse potranno aiutarvi. A parere di chi scrive, il meglio esce con le performance più cariche di pathos e tiro, come Skindred (che botta!), Biohazard e sopra a tutti Danko Jones, capace di plasmarsi come uno degli highlight dell’intero festival…per i nostalgici credo che sia indicato cercare emozioni nelle esibizioni di Running Wild, Amorphis, My Dying Bride e Annihilator, lasciando poi scaturire una lacrimuccia durante Judas Priest e Europe, non al meglio della forma ma sempre carichi di sostanza. Bocciati Uli John Roth (piattume esecutivo), Exumer (poca grinta) e The Answer mentre per l’angolo ‘Metal Battle’ si salvano solamente Walkways e Savage Machine.
Non mi dilungo oltre…un documento sicuramente esplicativo e ben strutturato ma che non abbraccia nella totalità quanto avvenuto nella scorsa edizione (TranSiberian Orchestra+Savatage per esempio).