Paragonato più e più volte alle produzioni di Evanescence e Lacuna Coil, “Tied Down” non risulta, invece, affatto un full-lenght d’impatto, catchy quanto basta per essere proposto ai fan più longevi di un Alternative costellato di melodie che si incastrano nella mente e non la abbandonano mai.
A “Tied Down” è sicuramente stata data una direzione ben precisa, quella di un pubblico giovane e fresco, che nella musica cerca una vocalità che sappia mantenere alta l’attenzione, ma sicuramente non la direzione di grande produzione mainstream.
Danesi, al disco di debutto, i Forever Still presentano al pubblico tredici tracce, fra cui tre acustiche, incastonate in un Hard Rock rapido, ma scorrevole e piacevole all’ascolto, ricco di sfumature piuttosto scure, probabilmente artefici della categorizzazione di gruppo Modern Metal.
All’interno della produzione è possibile isolare due filoni: il primo, delle tracce dai ritmi serrati e dall’aspetto maggiormente groovy, come la opening “Scars“, “Once Upon A Nightmare” e “Awake The Fire“, e quello delle mid-tempo, melodiche e impregnate di influenze gothic, come “Miss Madness” e “Save Me“.
Una bella vocalità, totalmente in belting, accompagnata da momenti di scream a richiamare il simil metalcore delle tendenze del momento, come i predecessori In This Moment, a cui, però, non si avvicinano neanche lontanamente.
“Tied Down” non è un album interamente da scartare, presenta, infatti, spunti interessanti e anche brillanti capacità esecutive; ciò di cui risulta claudicante, però, è l’aspetto innovativo: le tracce scorrono, prive di originalità, e la mancanza della caratteristica accattivante rende l’ascolto pressoché inutile, in quanto a conclusione si sarà completamente dimenticato ogni particolare.