Non ho mai capito se una band abbia sempre chiaro il proprio percorso evolutivo e se questo sia lo specchio di quanto sognato ad inizi carriera; credo che il ‘maturar artistico’ debba essere vissuto con lucidità e pazienza, concedendosi quei cambiamenti naturali senza un morboso attaccamento verso quanto già partorito.
Non me ne vogliano gli Arkona, band che amo in modo maniacale, ma questa nuova edizione di “Vozrozhdenie” mi lascia particolarmente perplesso…passi la riedizione del 2008 destinata a quei fans che non avevano potuto materialmente trovarlo in commercio, ma il significato di riregistrare tutto l’intero debut con la nuova formazione continua a sfuggirmi…è vero che un disco del genere meritava una produzione superiore e un appeal etnicamente più selvaggio, ma la sostanza nel nucleo non cambia moltissimo: songs dirette, melodie slave e un impatto più power/sinfonico rispetto agli ultimi lavori.
Indiscutibilmente il livello degli arrangiamenti è salito di qualche gradino così come la performance vocale di Masha che copre al 100% tutte le parti, ponendo in auge un prodotto moderno al punto giusto…la band suona coesa e compatta, il che denota l’enorme professionalità maturata negli anni, anche se sembra essersi persa per strada quella vena passionale e dominante che l’originale del 2004 portava dentro al cuore.
Ascoltare canzoni come “Kdomu-Svaroga” “Vozrozhdenie” e “Pod-Mechami” è sempre un piacere, vista la mole esecutiva che portano appresso, ma i veri capolavori come “Rus” “Maslenitsa” e “Zalozhny” rimangono immortali (anche se le versioni ‘storiche’ non si battono)…tutto il resto si apprezza con grande interesse, dato il livello alto nonostante si tratti di un debut.
In conclusione, comunque, promuovo a fatica questa nuova release di “Vozrozhdenie”…i fans di vecchia data, quelli che non hanno perdonato le virate di “Slovo” e “Yav”, faranno i salti di gioia per questa uscita, come a sottolineare (e a sperare in) un ritorno alle origini. Da parte mia, aspetto il prossimo full lenght inedito.