HALLS OF SINS
L’ottava traccia, Hall of Sins, segna il ritorno a sonorità più caratteristiche e conformi a quello che è il sound che la band ci ha presentato nelle primissime tracce. Da un arpeggio di chitarre acustiche che accompagna la voce di Fabio, si passa ad un nuovo riff orchestrale mentre la doppia cassa di Camillo Colleluori corre veloce. Tutta la strofa, in un primo momento affidata a basso e batteria dal lato ritmico, è affidata a Fabio Lione; tutto il ritornello pomposo ed acuto, è affidato a Giorgia. Un palm-muting pesante ed intenso varia nell’accompagnamento la seconda strofa dalla prima, mentre i ruoli non si invertono, mantenendo invariato anche il refrain. E’ poi un aggressivissimo Lione a graffiare la propria voce in un bridge di passaggio tra ritornello ed assolo, dove Nick Savio ci dà l’ennesima prova di gusto e qualità. Ancora un ritornello, con un Camillo Colleluori che continua a correre veloce, un Andrea Buratto che plettra veloce sulle sue corde, e le chitarre e l’orchestra forgiano l’armonia che accompagna i due vocalist in una serie di improvvisazioni, prima che il tema iniziale ricompaia anche in fase di chiusura. Halls of Sins è un brano che non dà sorprese e non fa emergere nulla di nuovo rispetto a quanto già detto: si conferma invece la qualità compositiva, sempre di livello. Anche i pezzi più semplici e diretti, come quello in questione, sono efficaci e piacevoli. Questo ottavo capitolo è quello che più accarezza il power metal sinfonico, pur mantenendo tutto quello che fino ad ora di buono è stato proposto in termini di personalità da parte degli Eternal Idol.
