Con gli Static Tension la Seattle di fine anni ’80 non è più “Out Of Reach“: un voluto gioco di parole che fa da plauso al nuovo EP della Grunge band di Cincinnati, OH.
Uno dei generi più imitati e dai rifacimenti meno riusciti in assoluto, si rivela però il miglior esperimento di un gruppo piuttosto longevo, la cui nascita risale al lontano 1999.
Nonostante quasi un ventennio a separarli dagli esordi, gli Static Tension conoscono perfettamente la chiave di lettura di tutte le loro principali influenze e, non c’è che dire, sanno perfettamente come combinarle con ciò che di proprio hanno voglia di trasmettere: sei tracce a comporre l’EP “Out Of Reach”, ognuna ben studiata, ben costruita e soprattutto..pensata.
Il Seattle sound emerge attraverso la memoria dei Nirvana con “Faith For Fault“, e quella degli Alice In Chains, che si dispiegano nelle linee vocali e negli incastri di “Obstacle Of Doubt” e “Back Inside“, le cui strutture strumentali richiamano il Progressive dei Tool.
Coronazione del Progressive Tool, la titletrack “Out Of Reach“; atmosfere in stile Soundgarden, vengono, invece, a fare da padrone all’opener “Psm“; più melodica, di stampo zeppeliniano, “Down From Three“.
Un esperimento notevole per gli Static Tension, che, nonostante il tempo trascorso, riescono ancora a mostrare l’abilità di porre in accordo i più complicati fan di due generi altrettanto di nicchia.
