Loading

SOEN – Lykaia

A tre anni da Tellurian, i Soen tornano con un nuovo studio record, “Lykaia” che arriva in un periodo veramente azzeccato per i fan del progressive, qualche mese dopo il precedente opus degli Opeth e prima di un attesissimo nuovo album dei Tool.

Il record si apre con “Sectarian”, un brano che già da qualche mese gira per le radio e che ha alzato notevolmente le aspettative per questo album. E’ una delle canzoni più movimentate tra le otto tracce e ben costruita, in cui si sente una vena di spontaneità che forse mancava negli album precedenti della band svedese.

Segue “Orison” che continua sulla stessa linea un po’ melancolica e melodica. La band gioca con il silenzio, le pause, i cambi di ritmo e  le variazioni melodiche sottili, creando una canzone lunga più di 7 minuti. Nelle prime tre tracce sembra quasi che ci sia un crescendo emozionale e un rallentamento nel ritmo, infatti “Lucidity” si presenta quasi una ballata d’amore, dolce, lenta e con una melodia ammaliante.

Opal” torna ad essere un concentrato di energia dal suono pieno, con schitarrate e ritmi sincopati, intercalati da ponti e stacchi puliti. L’atmosfera rimane sempre abbastanza melancolica e sentimentale, culminando in un finale pulito molto blueseggiante.

Ormai non viene più da dire “Oh, ma questa è una nuova canzone degli Opeth?” o “Ma che per caso sono i Tool?” ascoltando i Soen: hanno modernizzato il loro suono, puntando di più su una combinazione di melodia e sperimentazione ritmica, cosa che si nota soprattutto nella seconda metà dell’album. In “Jinn” si sentono influenze orientaleggianti, mentre in “Sister” sembra che gli strumenti si alternino sotto lo spotlight dei riflettori, ogni volta monopolizzando l’attenzione: voce, basso, batteria e chitarre in modo alternato prendono le redini della canzone, che a mio avviso è la migliore dell’album.

La chiusura è affidata a due belle tracce, “Stray” e “Paragon”, la prima più distorta e ritmicamente più ricercata, con riff che ricordano i Leprous e l’avantgarde norvegese; la seconda più lunga e lenta, con tastiere e sonorità molto ‘70s Progressive alla Pink Floyd, che conclude meravigliosamente questi 50 minuti di buona musica.

Il suono della band nel tempo si è evoluto notevolmente, diventando sempre più riconoscibile e più rispettato nell’ambiente, degno di una superband come i Soen, che hanno dato vita ad un album estremamente viscerale, meno costruito e pieno di sentimento. Ottimo lavoro.

  • 8/10

  • SOEN - Lykaia

  • Tracklist

    01. Sectarian

    02. Orison
    03. Lucidity
    04. Opal
    05. Jinn
    06. Sister
    07. Stray
    08. Paragon

  • Lineup

    Stefan Stenberg: Bass

    Marcus Jidell: Guitar
    Lars Ahlund: Keys, Guitar
    Joel Ekelof: Vocals
    Martin Lopez: Drums, Percussion