Ci sono band che non sono conosciute dal mainstream ma che nell’underground continuano a muovere passi leggeri e inavvertibili…le loro opere richiedono molto tempo per essere assimilate e questo non rappresenta un requisito base per lo stereotipo dell’ascoltatore medio, purtroppo o per fortuna.
Gli Emptiness, paradossalmente, stanno per spegnere le venti candeline…il loro genere non ben definibile ha sempre cercato di unire opprimenti atmosfere ambient con soluzioni vicine a quello che concepiamo come metal, anche se la loro ricerca sonora li ha spinti ben oltre. “Not For Music” è il sesto sigillo della band belga che arriva a propinarci il lavoro più professionale e ricercato della loro carriera.
Coaudiuvati da niente meno che Twiggy Ramirez nella produzione e dal sommo Sean Beavan per mix e mastering, Jeremie Bezier e soci usufruiscono di una maestosità di suoni che immerge il fan in mari di solitudine e disperazione…le performance sono meticolose e ‘leggere’, dove l’uso delle dinamiche e il controllo di ogni singolo feedback è il vero fiore all’occhiello.
“Not For Music” è un viaggio minimale, sofferto, tragico e malinconico…pieces come “Meat Heart” e “Circle Girl” vi daranno un finto senso di benessere e tranquillità mentre altri capitoli come “Digging The Sky” e la conclusiva “Let It Fall” vi caverrano dal cuore anche il più radicato positivismo…”Your Skin Won’t Hide You” rimane il momento meno accessibile mentre le restanti “It Might Be” e “Ever” sinceramente non colpiscono nel profondo come dovrebbero.
Un disco per amanti dei generi poco ritmati e carichi di sospensione musicale, realizzato da una band che disco dopo disco si sta plasmando come una delle realtà più interessanti del genere; ci manca ancora poco alla perfezione e “Not For Music” fa ben sperare.