Il miglior modo per riuscire ad ottenere risultati è continuare a perseverare nell’inseguimento…migliorando le proprie capacità, modificando il modus operandi e crescendo come persone è possibile portare la propria arte ad un livello superiore, con la difficile convinzione di non essere mai ‘arrivati’. Ci vogliono le palle…
I Warbringer sono una di quelle realtà dove le palle sono state fondamentali…alfieri di un thrash/death ricercato e violento, i cinque musicisti arrivano al capitolo numero cinque cercando di delineare un songwriting accattivante ma al tempo stesso sofisticato; il risultato di tanta fatica è racchiuso in queste otto tracce fumanti che farebbero rabbrividire ogni appassionato di generi estremi, dove esperienza e curiosità sono stati elegantemente uniti.
La produzione è granitica e bestiale, curata in ogni dettaglio pur senza perdere quella rudezza basilare per la resa finale; i suoni sono taglienti e appuntiti come non mai mentre le performance regalano un act coeso sia a livello strumentale che in sede di arrangiamento, dove la voce di John Kevill e il drumming di Carlos Cruz rappresentano le punte di diamante. Mixing e mastering pompano inossidabilmente un ensemble sonoro dalla rabbia controversa.
“Silhouettes” e la titletrack esternano al meglio la giocosità compositiva del quintetto, con spinte thrashy e blast beats che si altalenano vivacemente; “Remain Violent” si palesa più groovy mentre in “Shellfire” troverete il capitolo maggiormente accessibile…”Descending Blade” e “Spectral Asylum” prosperano di impatto mentre “Divinity Of Flesh” risulta l’unico momento lievemente sottotono. Chiude il disco “When The Guns Fell Silent”, grande sorpresa per i fans della band.
I Warbringer continuano a crescere e a far fiorire la propria musica con maestria e sapienza…da John Kevill e soci è lecito, ora, aspettarsi il colpaccio definitivo per poterli consacrare sull’altare del thrash/death mondiale.