Sempre più spesso mi chiedo se una band ascolti con attenzione ciò che compone e plasma con tanta fatica…è facile nascondersi dietro al de gustibus musicale o all’osservanza di un contratto firmato, tuttavia un certo margine di autocritica deve palesarsi nel momento in cui ci si accinge ad effettuare le registrazioni ufficiali.
I Seven Kingdoms arrivano al capitolo numero quattro e alcuni dubbi non riescono più a rimanere privi di risposta…”Decennium” è un disco di power metal veloce ed energico che raramente si staglia su midtempos, imbastito su riffing grintoso, doppie casse e vocalismi alti e detonanti; ovvero, per dirla in parole povere, non è cambiato nulla. Le strutture osservano per l’85% la stessa sequenza, riuscendo ad imprimere all’ascoltatore solo una dose di scapoccio e basta.
La produzione è fredda ed epica, arrichita da una serie di arrangiamenti che porta in auge la sapienza del quintetto; i suoni sono puliti e limpidi come le albe invernali mentre le performance tradiscono un act sempre dedito allo speed e poco ad altre intessiture; la voce di Sabrina Valentine è eccelsa e le sue interpretazioni riescono a dare un po’ di pepe al contesto, anche se nemmeno un mastering impattante può compiere il miracolo.
Le songs…”Stargazers” “Castles In The Snow” e “Hollow” picchiano dall’inizio alla fine senza pietà così come “In These Walls” e “Neverending” provano a introdurre qualche piccola cadenzatura…i migliori Seven Kingdoms fuoriescono nella tirata “Undying”, nella più selvaggia “The Tale Of Deathface Ginny” e nell’angelica “The Faceless Hero”, dove tutto decolla soprattutto grazie alla sofferta cura della dolce Sabrina nell’assemblare le linee vocali…”Kingslayer” e “Awakened For Nothing” viaggiano veloci e basta.
Nessuno pretende una variegatura esagerata da un act dedito al power/thrash più classico ed energico tuttavia l’esperienza maturata dovrebbe suggerire una maggiore ‘prospettiva’ di analisi…un disco come “Decennium” sarebbe stato duro da analizzare anche vent’anni fa in piena era power, figuriamoci adesso. Agli adepti più testardi piacerà senz’altro, agli altri un po’ meno.