Mai perdere la speranza, sentivamo ripetere anni fa quando la tipa di turno non ci guardava nemmeno con un binocolo…il significato di questo enunciato, in realtà, si rivela molto più in là nel tempo, magari durante un’assolata mattina estiva, al presentarsi di una novità inaspettata che lascia a bocca aperta.
Chi l’avrebbe detto, anche solo una decina di anni fa, che avremmo rivisto Michael Kiske ancora attivo nell’ambiente metal… nel corso di questo periodo lo si è visto prendere parte a numerosi progetti con continuità e, quanto accadrà verso fine anno, rappresenterà l’apice del suo ritorno. Ma è tempo di tornare ad ammirarlo anche in un live album ufficiale e questo “Live In Wacken” dei suoi Unisonic è davvero un prodotto più che ghiotto. Dopo due dischi di indiscutibile valore e diversi tour questa uscita non può che essere una celebrazione dovuta.
Con una produzione energica, capace di mantenere quelle aperture di suono tipiche dell’ambito stage, le dodici tracce decollano senza troppa fatica; il sound globale è unito e dinamico, atto soprattutto a sorreggere le peripezie vocali del buon Kiske (come sempre, perfetto), mentre le performance dei quattro strumentisti appaiono professionali e dirette, anche se a tratti un po’ opache.
La setlist è un vero trionfo per ogni fan della band e non solo, vista la variegatura d’assieme dei vari brani…dalle nuove “For My Kingdom” e “Your Time Has Come” alle meno recenti “Star Rider” e “Unisonic” la goduria è assicurata, soprattutto grazie alle meglio riuscite “Exceptional” “When The Deed Is Done” e “My Sanctuary”…qualche lacrimuccia scende durante l’inno helloweeniano “March Of Time” mentre l’inaspettata “A Little Time”, sempre appartenente alla discografia delle zucche di Amburgo, mette il sorriso.
“Live In Wacken” porta con sé un effetto agrodolce…da un lato denota lo stato di grazia dei cinque artisti tedeschi e dall’altro rappresenta il testamento di Kosta Zafiriou nel mondo ‘suonato’, data la
sua recente decisione di abbandonare le scene. Che siate solo curiosi o che nutriate forti sentimentalismi nei confronti degli Unisonic, questo disco è consigliato