Essere rockettari o, più limitatamente, metallari significa avere sempre fame di musica…gli orari, I costi, I chilometri e le energie richieste non si contano perché ciò che realmente vale la pena di vivere è rappresentato dalle pulsanti vibrazioni che percuotono la pelle e le intense melodie che fuorviano l’animo e il cuore.
Ascoltando il nuovo album degli Accept si prova la sensazione si voler partire e viaggiare…dall’entrata di Mark Tornillo nella lineup la band teutonica ha sfornato un disco migliore dell’altro, complice la completa accettazione del nuovo singer da parte dei fans che ha fornito linfa vitale. E se bissare un disco come “Blind Rage” rappresenta un’impresa non per tutti, Wolf Hoffmann & co ci provano senza darsi prerogative esagerate…onestà, forza, orgoglio e una manciata di grandi canzoni che vengono servite sul piatto.
La produzione, seguita ennesimamente da sua maestà Andy Sneap, è crucca sotto ogni punto di vista…la marzialità delle strutture ritmiche trae giovamento da un insieme di suoni taglienti e affilati che ben si uniscono grazie ad un mixing omogeneo il cui compito è far decollare la parte giusta al momento giusto. Le performance sono devote allo scapoccio e al tiro, dove la coppia Lulis/Hoffmann regala l’ennesima prova di classe e dove il succitato vocalist graffia dal vostro corpo epidermide e carne con carattere e determinazione.
Più anthemici che mai, gli Accept preferiscono colpire con il groove invece della velocità…la sola “No Regrets” spinge l’acceleratore a fasi alterne mentre in canzoni come “Analog Man”, “Carry The Weight” e “Race To Extinction” troviamo il classico sound spaccadenti. “What’s Done Is Done” e “Hole In The Head” esplodono grazie a cori accessibili mentre il clou arriva con “Die By The Sword”, “The Rise Of Chaos” e la sinistra “Koolaid”, dove la perfezione compositivo/esecutiva trova lo zenith.
Se dopo quasi quarant’anni di carriera una band riesce ancora a trovare il modo di lasciare a bocca aperta i fans vuol dire che le scommesse passate sono state vinte; “The Rise Of Chaos” non inventa nulla, sia in ambito metal che nella discografia degli Accept, tuttavia è una ventata fresca che si lascia ascoltare con provata devozione. Maestri.