Mi sono sempre chiesto cosa spinga un gruppo a riregistrare un capitolo della propria discografia con una formazione diversa…indubbiamente la pressione dei fans o l’attenzione resa a tale disco giocano un ruolo determinante, tuttavia la nuova versione non andrà mai a superare in termini affettivi l’originale, dato il passaggio del tempo e l’avvento delle mode.
Anche gli Eden’s Curse hanno deciso di reincidere il mitico debut…con tutta l’ammirazione che si possa provare per le doti canore di Nikola Mijic o per il drumming di John Clelland, questa versione 2017 risulta meno convincente di quella del 2007, dove la ventata di freschezza e l’innocenza poste in gioco godevano del ruolo primario. E se da un lato le maggiori possibilità tecnologiche favoriscono pulizia e fruibilità ciò che manca è l’uniformità di una band al cospetto della prima uscita.
Sulla scaletta e sul valore dell’album non mi soffermo, rimanendo uno dei capitoli più intensi della discografia di Paul Logue e soci…sottolineo le enormi capacità di Thorsten Koehne e di Nikola Mijic, davvero convincenti in queste tracce, e il consiglio di gustare la visione melodic rock rimane sottinteso, ma considerare questo “Eden’s Curse – Revisited” come un capitolo da avere assolutamente potrebbe risultare eccessivo.
Prodotto adatto ai fans che vogliono possedere ogni minima cosa dei propri beniamini…per tutti gli altri, la scelta è libera.