Giunti al nono album, i nostrani Elvenking ci preparano ad un lavoro con i fiocchi, congegnato come un ritorno alle origini, in un sound che cerca di racchiudere le influenze musicali di tutti i componenti del gruppo.
Guest di turno: Snowy Shaw (Dream Evil, King Diamond, Memento Mori) alla voce su “At The Court Of The Wild Hunt” e Angus Norder (Witchery e Nekrokraft), cura il growling su 4 piste.
I ragazzi dichiarano di sentire “Secrets Of The Magick Grimoire” molto vicino a “Heathenreel” (compito dunque molto difficile, visto che considero il loro primo album un capolavoro)… Andiamo dunque a scoprirlo insieme!
Con “Invoking The Woodland Spirit” si parte molto bene, carichi e con un sound che punta subito su un Pagan-Epic con leggere influenze alla Rhapsody. C’è anche una punta di Power, trattato però in maniera suprema dalla band, dunque niente risonanze ridondanti e già ascoltate, ma una voce grintosa e fresca quella di Damna che avanza su un tappeto musicale ben alternato.
In effetti questa è una delle poche band italiane veramente degne di varcare la scena internazionale; avanzando nell’ascolto mi rendo conto che nessun brano è ripetitivo ed anzi, ottimo per ritrovarsi in ambientazioni tipiche stile Heathenreel (dunque le promesse di riportarci lì sono state mantenute).
Non intendo fare una telecronaca, ma uno zapping che riesca a darvi un’idea generale tramite l’analisi dei pezzi secondo me più particolari.
Arrivo dunque a “The Horned Ghost And The Sorcerer”, introdotta da un violino incalzante, che mescolandosi sapientemente al resto degli strumenti riesce a tenere l’ascoltatore attento sul pezzo, avvolto da frequenti cambi di ritmica di un brano ricco di colori che potrebbe riscuotere un ottimo successo anche durante i live, per via delle numerose parti corali.
Fermandomi un attimo sulla produzione, posso dire di trovarmi davanti ad un mix ben curato e un suono pomposo ma sempre limpido; credo sia abbastanza inutile creare pezzi favolosi senza dar loro modo di esplodere in tutta ricchezza. “Straight Inside Your Winter” è il brano n. 8 e di solito a quell’altezza già non si sa più cosa tirar fuori, ma non è questo il caso; l’ispirazione c’è ancora e si sente, fino alle fine. Questo è un ottimo album, ideale per chi segue molto il genere, perché trova il modo di spaziare e non tornare in continuazione sugli stessi riff ed è soprattutto vivo ed energetico. Ogni strumento è perfettamente dosato e contribuisce a creare emozioni diverse nell’ascoltatore, ma sicuramente non può deludervi, quindi preparatevi per il 10 novembre, giorno della release ufficiale, avrete una bella sorpresa.