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TEMPERANCE – Of Jupiter and Moons

Arrivano al quarto album i Temperance, con il nuovo “Of Jupiter and Moons” dopo essersi fatti conoscere a pubblico e critica con 3 album decisamente su alti livelli, dove symphonic metal e metal moderno si erano fusi alla perfezione, ritagliando alla band italiana un discreto spazio fra i gruppi di questo particolare genere, e posando soprattutto ottime basi di qualità e credibilità.
Questo quarto passo risulta però forse più difficile del solito, vista la discreta rivoluzione avvenuta di recente nella line up, che ha visto avvicendarsi soprattutto le due voci con l’ingresso di Alessia Scolletti e di Michele Guaitoli dietro i microfoni.
Una sfida difficile ma certamente affascinate, per riuscire a proseguire il percorso musicale intrapreso e perché no, dare una energia nuova al sound grazie ai nuovi arrivati.Fanno le cose in grande i ragazzi già dalla produzione dell’album, grazie al mixaggio di Jacob Hansen (Epica, Volbeat, Amaranthe), alla bellissima copertina di Yann Souetre (Ayreon) e al lavoro fotografico del sempre unico Tim Tronckoe.

Il disco comincia decisamente alla grande con ” The Last hope in a world of hopes”. Pezzo che parte deciso e forte, tastiere e cori ,alternanza delle voci che funziona e un ritornello che entra già nella memoria al primo ascolto . Piace da subito la grinta di Alessia davvero convincente già da questa prima song, perfettamente accompagnata da Michele. Riff di chitarra addolciti da un tappeto di tastiere per la successiva ” Broken Promises “, dove in questo caso è la voce di Michele iniziale protagonista del brano. Anche in questo caso, il ritornello è accattivante e decisamente perfetto in sede live.
“Of Jupiter and Moons” è stato il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, e il suo successo e consensi unanimi sono assolutamente giustificati per una canzone che segna il passo di maturità definitiva della band e racchiude tanti di quei punti di forza perfettamente riconoscibili all’interno dell’ intero album: ritornelli e melodie immediati e convincenti, giusta amalgama tra le due voci,potenza heavy correttamente dosata con atmosfere più catchy radiofoniche e commerciali, ma senza che questo possa assolutamente essere un difetto, bensì un punto di forza. Certo il singolo paga certo una ispirazione verso gli ultimi Nightwish, ma i mostri sacri non possono essere che fonte di ispirazione per tantissime band.
Più dolce e riflessiva è ” Everything that I am ” dove i ritmi rallentano per una semi ballad che non manca comunque di crescere di intensità, ritmo e pathos nella parte finale del brano.
Velocità e tastiere sono la caratteristica principale di “We are Free” per una cavalcata pienamente power metal dove continua l’alternanza delle voci, come un naturale passaggio di consegne durante il brano, piacevole e riuscito.
Pathos ed emotività scaturiscono nella successiva “Alive Again” che cresce grazie all’ottima prova di Michele. Anche in questo caso le tastiere sono molto presenti e vi è un crescendo, anche emotivo, man mano che il brano si sviluppa.Pezzo maturo e convincente, per niente banale.
Maturità ed immediatezza si fondono alla perfezione in ” The art of Believing” che alterna l’aggressività delle chitarre con la dolcezza delle melodie per un altro pezzo decisamente riuscito
Torna Alessia protagonista nella parte iniziale di ” Way back home” per una song dal tiro decisamente più heavy e speedy.
La dolce ballata “Empires and Men” ci accompagna per mano al termine di questo viaggio fra le lune di Giove, che si conclude con “Daruma’s eyes (Pt.1) ” che è sicuramente la più complessa canzone del disco, ricca di cambi di passo , notevoli sfaccettature melodiche e timbriche all’interno di un brano che si discosta da quelle coordinate di immediatezza spesso ben salde nei brani precedenti. Ma ciò è una ulteriore nota positiva a favore della band, che dimostra di saperci fare anche in sonorità più complesse, controllando comunque sempre in maniera efficace voci, chitarre e tastiere. Rimane perciò anche questo un satellite che ruota attorno al pianeta “Temperance”, ruota anch’esso attorno a lui seppur a distanze forse maggiori, come quel pianeta Giove, che da lassù controlla tutte le sue lune, a volte più vicine, a volte più distanti.

Spesso le scelte coraggiose pagano, e non era sicuramente facile ne tantomeno scontato confermarsi ad alti livelli dopo un cambiamento di line up così importante e significativo. Ma evidentemente i Temperance hanno le spalle larghe e sono riusciti ad affrontare con coraggio e professionalità questi cambiamenti, trasformando in opportunità quello che avrebbe potuto essere un punto di debolezza , traendo nuova linfa vitale dai nuovi membri per creare un disco maturo, immediato e convincente. Soprattutto in Alessia, alla prima prova in una band di una certa rilevanza, si percepisce una energia e un entusiasmo che ha positivamente contagiato tutta la produzione e lo svolgimento del disco, soprattutto nelle parti vocali che l’hanno vista giustamente e meritatamente protagonista. Non era assolutamente facile sostituire Chiara dietro il microfono ma Alessia ha decisamente passato l’esame portando una nuova vivacità, e ciò non può essere che essere di buon auspicio per il futuro della band.
Preparatevi perciò ad un bellissimo viaggio fra le lune di Giove, che sapranno conquistarvi fin da subito.

  • 8/10

  • TEMPERANCE - Of Jupiter and Moons

  • Tracklist

    01. The last hope in a world of hopes
    02. Broken promises
    03. Of Jupiter and moons
    04. Everything that I am
    05. We are free
    06. Alive again
    07. The art of believing
    08. Way back home
    09. Empires and men
    10. Daruma's eyes (Pt.1)


  • Lineup

    Alessia Scolletti - Vocals
    Michele Guaitoli - Vocals
    Marco Pastorino - Guitars & Vocals
    Luca Negro - Bass Guitar
    Alfonso Mocerino - Drums