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PERZONAL WAR – Bloodline

Sembrano proprio essere il classico gruppo di paraculi tedeschi questi Perzonal War. Forti di una proposta onesta, ma nulla più, si trovano comunque nel giro che conta: casa discografica solida, occasione di andare on the road con una certa regolarità, con package di un certo calibro (vedi tour con Destruction e Candlemass dell’autunno del 2005), possibilità di sfornare dischi in abbondanza (sesto in appena dieci anni) e collaborazioni con elementi di spicco, non solo della scena teutonica.
La fantasia qui non è di casa, ci troviamo di fronte ad una band derivativa che vede nell’opera di Soilwork e ultimi In Flames i propri capisaldi, ma che da questi non riesce a distaccarsi per evolvere un proprio sound. L’opening track “Evolution” e la successiva “Utopia”, che vede la partecipazione come special guest del virtuoso chitarrista Victor Smolski in forze ai Rage, sono lo specchio della musica di questi tedesconi. Chitarre pompate e granitiche si poggiano su ritmiche dirette che alternano sfuriate rabbiose a possenti mid tempo, aprendosi a stacchi melodici non appena se ne presenta l’occasione. La voce, come da copione, si muove a seconda degli umori tra un semi growl di poco spessore e le classiche clean vocals del genere. L’inizio, nonostante tutto, non è male grazie a linee melodiche accattivanti di marchio “made in Gotheborg”. “All Sides Black” cade invece nello scontato, scalpitando attorno ad un refrain che vorrebbe essere belligerante ma che di anthemico ha ben poco. Ci si riporta su discreti livelli con “Dead Meaning” che per quanto semplice risulta efficace nel suo chorus. “Two Borders” e “Shread” nulla aggiungono e nulla tolgono a quanto già detto, ma mettono in mostra le partecipazioni di lusso di Schmier (Destruction) e Wiley Arnett (Sacred Reich) nella prima e di Gus Chambers (Grip Inc.) con Manni Schmidt (Grave Digger) nella seconda.
Da qui in poi il tiro cala vistosamente, non tanto per la scarsa qualità in sé delle composizioni, ma per la latitanza di spunti e per una certa monotematicità che si insinua nelle trame delle song, traccia dopo traccia. Si arriva così alla fine, dove troviamo un’immancabile, quanto insipida, ballad che lascia più di un dubbio sull’effettivo valore di questo lavoro.
Insomma, Bloodline è un platter prodotto e suonato bene ma davvero troppo canonico. E i Perzonal War per quanto bravi e preparati, risultano essere solo una buona band di mestieranti uguale a mille altre.

  • 5/10

  • PERZONAL WAR - Bloodline

  • Tracklist

    01. Evolution
    02. Utopia (feat. Victor smolski)
    03. All Sides Black
    04. Dead Meaning
    05. Two Borders (feat. Schmier & Wiley Arnett)
    06. Shread (feat. Gus Chambers & Manni Schmidt)
    07. Infected Choice
    08. Dying Face
    09. New Confidence
    10. More Than a Day
    11. Same Blood


  • Lineup

    Matthias Zimmer - Voce / Chitarra
    Martin Buchwalter - Batteria
    Björn Kluth - Basso
    Daniel Durino - Chitarra