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WHITESNAKE – Good To Be Bad

Grandissimo ritorno dei Whitesnake di Coverdale, che con l’uscita di quest’album sono stati in grado di spazzare tutte le voci e i maligni che vedevano il loro ritorno come una disfatta o soltanto una trovata commerciale.
Oltre all’inossidabile Mr. Coverdale ecco chi suona in questo album: entra in formazione il chitarrista Doug Aldrich che assieme a Reb Beach si occupa dei riff e degli assoli, al basso prende posizione Uriah Duffy e con Timothy Drury alle tastiere e il recentissimo ritorno di Chris Frazier dietro le pelli, la line-up è al completo.
“Good To Be Bad”, presenta tutte le carte in regola per essere ricordato nella storia, non solo come l’album del ritorno del serpente bianco, ma soprattutto come classico hard rock a tutti gli effetti.
Si tratta di un album davvero carico, come già si nota dalle primissime note di “Best Years”, in cui i riff in continuo crescendo la fanno da padrone, e riscaldano l’ascoltatore in modo da prepararlo a tutto il resto, ma che lascia anche spazio a qualche lacrima malinconica.
Arriva subito “Can You Hear the Wind Blow”, pezzo ancora una volta potente e coinvolgente, i riff si fanno sempre più pesanti e carichi sino a sfociare in “Call On Me”, brano che Coverdale interpreta in maniera splendida e molto aggressiva.
I ritmi vengono un po spezzati, anche per non annoiare nell’ascolto (rischio che comunque non si corre), con “All I Want All I Need”, una ballad che rievoca in pieno stile quel tanto amato 1987, anno in cui la band rilasciò un capolavoro come “Whitesnake” appunto; pezzo davvero superlativo.
Il momento “dolce” termina subito qui, segue infatti “Good To Be Bad”, la title track appunto, pezzo di nuovo in perfetto stile hard rock, molto veloce, con degli ottimi riff al comando e soprattutto un mangnifico assolo di chitarra.
Anche “All For Love”, sesta traccia, rievoca fortemente i tempi di massimo splendore della band e a questa segue immediatamente “Summer Rain”, una traccia acustica, sullo stile Country con qualche richiamo (inevitabile) al blues.
Grande prestazione di Coverdale nella susseguente “Lay Down Your Love”, anche se c’è da dire a questo proposito, che la traccia ha qualche riferimento, magari, di troppo alla classica “Still Of The Night”.
Segue la malinconica e blueseggiante “A Fool In Love”, ancora gran pezzo e molto ben interpretato.
“Got What You Need” e “’ Till The End Of Time” chiudono l’album: la prima ancora in stile hard rock classico e la seconda, a chiudere un gran lavoro fortemente incentrato (come da tradizione) sul tema dell’amore, ancora una volta in chiave country/blues.
Amanti dell’Hard Rock vero e ammiratori del Serpente Bianco, questo album è fatto apposta per voi. Nessun compromesso, nessuna novità (non crediate di trovare qualcosa di nuovo rispetto al sound tipico della band, ma questo non è necessariamente un punto negativo), nessun passo falso. Un’ora di Rock con la R maiuscola per deliziare le vostre orecchie…

  • 8/10

  • WHITESNAKE - Good To Be Bad

  • Tracklist

    01. Call On Me
    02. Can You Hear The Wind Blow?
    03. Best Years
    04. All I Want All I Need
    05. Good To Be Bad
    06. All For Love
    07. Summer Rain
    08. Lay Down Your Love
    09. A Fool In Love
    10. Got What You Need
    11. 'Till The End Of Time


  • Lineup

    David Coverdale - Vocals
    Doug Aldrich - Guitar
    Reb Beach - Guitar
    Uriah Duffy - Bass
    Tommy Aldridge - Drums
    Timothy Drury - Keyboards