I tedeschi Torment compiono venticinque anni di attività, durante i quali hanno pubblicato solo quattro album. Mi sembrano pochi, forse preferiscono esibirsi sui palchi di Wacken e dei più grossi festival d’Europa.
In questo quarto di secolo non hanno cambiato il loro modo di suonare: diretti, aggressivi e taglienti come motoseghe. Le linee vocali e i testi sembrano concepiti da un ubriaco e sono quasi sempre messi in secondo piano dai riff scalpitanti della chitarra. La batteria è un treno sporco ed inarrestabile mentre il basso è quasi inesistente.
“Tormentizer” è decisamente riconducibile ad un thrash metal molto rozzo, come lo sono stati i precedenti album, e senza la pretesa di colpire l’ascoltatore; contiene solo la voglia di divertirsi e suonare la propria musica. Il disco è condito anche da una cover dei Blitz “We Are The Boys” ben eseguita. La produzione dell’opera non è delle migliori, sembra uscita dagli anni ’80 quando si registrava in analogico su nastri magnetici senza tanti filtri o equalizzazioni e forse è questo il più grande pregio dei Torment, non si sono piegati ai tempi moderni e ai sound digitali.
Consiglio ai fan del quartetto di Amburgo di acquistarlo, non deluderà le (povere) aspettative. Per gli altri posso solo consigliare di ascoltarlo una volta e decidere di investire la cifra del disco per andare ad un loro concerto che sicuramente darà molte più soddisfazioni.