L’Italia musicale sembra proprio non fermarsi mai e, giorno dopo giorno, ci sommerge di nuovi progetti e nuovi cd carichi e speranzosi di poter arrivare ad avere la tanto desiderata, e a volte meritata, fama. Questa volta è il turno dei giovani padovani Serenade che, dopo tanto lavoro come cover band, si immergono finalmente nell’universo musicale con il loro debut album: Wandering Through Sorrow.
La loro prima fatica discografica si presenta come un mix di symphonic, gothic, doom, progressive e lirica: bisogna riascoltarlo varie volte se si vuole distinguere in maniera precisa le varie influenze. Nel procedere dell’album i ragazzi si rivelano un concentrato di tecnica e capacità musicale. Unica pecca le linee vocali che, malgrado l’innegabile capacità di Claudia Duronio, non si dimostrano all’altezza della parte musicale.
“Cruel Angels” e “Love Is a Slayer” sono sicuramente le tracce più rappresentative dell’intero lavoro. La prima esprime al meglio la capacità musicale e compositiva del gruppo: l’intro e gli intermezzi musicali raggiungono livelli sicuramente degni di nota. La seconda, invece, lascia che l’attenzione dell’ascoltatore venga totalmente catturata dalla linea vocale che ci culla attraverso una ballad dolce e lenta.
Ad ascolto finito, tirando le somme, si può dire che la prima fatica discografica del gruppo padovano, malgrado sia un lavoro apprezzabile, registra un andamento ripetitivo, scorre via quasi come un mantra. I ragazzi hanno le potenzialità ma dovrebbero affrontare un lavoro più approfondito sulla miscela tra traccia musicale e linea vocale cercando di valorizzare meglio le capacità di Claudia Duronio. Spesso i gruppi giovani tendono ad osare troppo poco creando, così, lavori difficili da apprezzare. Ai Serenade, invece, sento di consigliare esattamente il contrario: osate e tirate fuori il vostro carattere.