Tanti gruppi dicono di suonarlo, pochi lo fanno realmente (e seriamente): è il folk metal, portato agli onori delle cronache da band come Korpiklaani ed Eluveitie, e prima di loro dagli In Extremo. Proprio la musica dell’ensemble finnico è emblematica della confusione che regna in materia di folk: al di là dell’inopinato e discutibile successo avuto dalla band, a sentire i loro album sorge forte il dubbio che basti infilare in un muro di chitarre due note di violino, flauto e qualche altro strumento tradizionale, perché si possa parlare di folk metal. Così, l’elemento folkloristico diventerebbe un semplice orpello all’interno di dischi che poco avrebbero di diverso, nella sostanza, da cd senza alcun uso di musiche d’origine popolare.
Non va proprio così, per fortuna, e un saggio delle potenzialità espressive del folk ce lo dà un gruppo esordiente, i Furor Gallico, una squadra di otto elementi che ai tradizionali strumenti metal unisce violino, arpa, bouzuki, tin e low whistle. Il loro folk metal non vive di pochi inserti danzanti in un canovaccio prettamente metallico, ma fonde perfettamente le due anime, quella heavy e quella della musica tradizionale, regalando quattro tracce affascinanti, ricche di suggestioni, evocative di un tempo lontano. The Gods Have Returned apre in modo maestoso il demo, che si caratterizza fin dalle prime note per un insolito connubio tra l’etereo suono di arpa e di violino, sempre in primo piano, e un approccio abbastanza estremo di chitarre e voce, tanto da rasentare molto spesso il pagan metal. La ricchezza strumentale è accompagnata da un variopinto rincorrersi di voci da menestrello, urla strozzate, growl brutal, con questi ultimi un po’ fuori posto, eccessivamente estremi per il contesto in cui sono utilizzati. Segue La Caccia Morta, cantata in italiano, molto tranquilla nella prima parte, danza pagana impazzita nella seconda metà: il passaggio dai toni fiabeschi iniziali a quelli scatenati del finale di song avviene con molta naturalezza, segno di una buona capacità di scrittura dei brani. Cathubodva si dimostra essere un’altra canzone dai più volti, aspra e battagliera ma con un bello stacco centrale dominato da suoni bucolici e incantati. Chiude Medhelan, altro pezzo dedicato a una leggenda del lontano passato, un altro trionfo d’intrecci d’arpa e violino, in questo caso ancora più in evidenza dato il minor spazio concesso agli interventi vocali.
390 b.c. The Glorious Dawn regala un viaggio in una dimensione arcaica molto difficile da trovare in un disco metal. Inoltre, le tracce non seguono uno schema prefissato, hanno una loro distinta personalità all’interno del demo, distinguendosi per una certa fantasia, ariosità, soprattutto negli arrangiamenti, laddove si riesce a non sacrificare nessuno strumento, ma non si va nemmeno ad appesantire troppo lo scheletro del brano.
Un cd di vero folk metal, questo dei Furor Gallico, impreziosito da quell’alone di magia fuori dal tempo che solo con grande convinzione e dedizione a certe tematiche si può ricreare.
FUROR GALLICO – 390 b.c. The Glorious Dawn
FUROR GALLICO - 390 b.c. The Glorious Dawn
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Tracklist
01.The Gods Have Returned
02.La Caccia Morta
03.Cathubodva
04.Medhelan
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Lineup
Pagan – voce
Ste – chitarra, backing vocals
Oldhan – chitarra
Mac – basso
Becky – arpa celtica
Laura – violino
Merogaisus – bouzuki, tin e low whistle
Marco – batteria
- Generefolk/pagan metal
- Anno2008
- Casa discograficaAutoprodotto
- Websitewww.myspace.com/furorgallico