Debutto su demo dopo qualche anno di gavetta e instabilità di lineup per questa giovane band milanese dedita a un death metal di chiara matrice US old school (Death, Obituary, Morbid Angel…). L’ascoltatore viene accolto con una cover del classico Zombie Ritual dei Death, scelta discutibile ma valida presentazione per ciò che seguirà.
Bastano pochi secondi di ascolto per capire che questi giovani musicisti (dai 17 ai 19 anni) non aggiungeranno niente di nuovo alla scena metal con questi quattro pezzi. In compenso raramente ho avuto modo di conoscere band emergenti tanto precise e feroci in fase di esecuzione quanto a loro agio nello scrivere brani propri (tasto dolente in molti gruppi dediti al metal più estremo).
La produzione, pur essendo forse troppo grezza, si adatta benissimo al genere proposto dato che fornisce un tocco retrò assai gradevole, pur non coprendo nessuna parte.
sorvolando sulla cover (comunque ben fatta e degnissima di ascolto) nei tre pezzi restanti i Kadavar sciorinano il loro repertorio di efferatezze passando con una maturità sorprendente da furiosi uptempo a break in controtempo di chiara matrice Death tecnico (la band cita anche Necrophagist e compagnia sferragliante tra le proprie influenze, come si può chiaramente riconoscere su “Abhorrences And Diseases”) a sulfurei rallentamenti, con la chitarra solista in evidenza nell’affrescare paesaggi di rovine e pestilenza. I suoni, pur essendo abbastanza definiti, penalizzano un pò le parti puramente ritmiche, impedendo di gustarne a pieno la potenza.
La voce di Lorenzo Bidoli (che non dimentica di essere anche chitarrista, come sua maestà Chuck ha insegnato) è esattamente quello che ci si aspetta in ambito death metal: grezza, minacciosa e furente ma mai inintelligibile.
Nel complesso una demo validissima, inevitabilmente poco innovativa ma senza dubbio onesta, che supera diversi dischi di band molto più famose e con anni di esperienza alle spalle. L’unico consiglio che ho da dare a questi ragazzi è di non cadere negli stereotipi e nel “già sentito”, al di là di quello questo dischetto resterà nel mio stereo anche per puro piacere personale…il massacro è servito!
Modern Vision Of Human Madness
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- Anno0