Il compito del recensore può essere arduo molte volte…al di là dei
generi che possono più o meno piacere, il messaggio che si vuole far
trasparire in una recensione deve essere incoraggiante (o gratificante)
per la band che espone a giudizio il proprio materiale, ma altrettanto
esplicativo (e suggeritivo) per chi si fida a leggerle…
Il risultato? Un casino…perché bocciare un lavoro è qualcosa che, almeno
a me, non va proprio. Ma come nel caso di questi Unanswered purtroppo
altrimenti non posso fare. La band sarda cerca di proporre in questo
singolo (di una sola canzone…) un mix tra swedishcore e deathcore
infarcito di blast beat allucinanti e di una voce maligna; con un
discreto numero di uscite e split album alle spalle, il quintetto cerca
di rendere i tre minuti abbondanti di “Lead The Sundown” come
un’esperienza irripetibile…
Ma ci sono alcune piccole cose che non posso lasciar correre…la prima?
Quella dannata drum machine! So che per registrare una batteria ci
vogliono soldi, e la mia speranza giace nell’idea che gli Unanswered
volessero creare un ‘sound nuovo’ nel genere, ma esistono tanti begli
escamotage che possono rendere meglio di una batteria fredda e
insulsa…in secondo luogo, le chitarre ‘graffiano’ poco e il basso è
praticamente inesistente, anche se le sorti di tutto sono migliorate da
un buon lavoro in fase di mixing.
La canzone di per se è bella e devastante, anche se promuovere un uscita di una sola canzone è una scelta discutibile…
Chiudo con l’augurio di ritrovarmi di fronte un futuro lavoro degli
Unanswered, più prolifico e professionale, perché le basi (e le idee) ci
sono…purtroppo oltre alla qualità compositiva c’è pure quella ‘tecnica’
da tenere in considerazione che, specie oggi giorno, chiede dei canoni
piuttosto elevati.
