Per che ha vissuto la stagione d’oro dei concerti bolognesi il Lazzaretto è sempre stato un’istituzione, uno spazio di libertà in cui vedere alcuni dei migliori gruppi underground. La sua prematura chiusura aveva rattristato in molti ma, in un freddo weekend di inizio Dicembre, finalmente il Lazzaretto risorge! E lo fa col botto grazie a un festival di due giorni organizzato nientemeno che da quell’istituzione di Brandy di Grind Block Rec, un vero mito nel territorio. Causa lavoro riesco a vedere solo la seconda serata del festival. Arrivo giusto in tempo per il concerto dei Bodygrinder, terzetto batteria-chitarra-voce dedito ovviamente al grind con spiccate influenze brutal death. Proprio quello che ci vuole per scaldare la serata! I brani sono ovviamente veloci e brutali, peccato per la monotonia che dopo poco comincia a dilagare e per la voce piatta che affossa la mostruosa tecnica del chitarrista. Il tempo di una birra e quattro chiacchiere e tocca ai Foiba Punx, quintetto punk/crust triestino gratificato da due ragazze ai microfoni. Nonostante una base musicale lontana dall’essere originale lo show è stato coinvolgente grazie alla doppia voce, una growl e un’altra in screaming veramente molto acuto che hanno dato spessore ai brani. In più il pubblico ha cominciato a scaldarsi, preludio al caos che si sarebbe scatenato di lì a breve. Il gruppo successivo a suonare sono stati i modenesi Terror Firmer, band che sta facendo decisamente sentire la sua voce proponendo un thrashcore brutale, veloce e divertente. Nonostante l’assenza di uno dei due cantanti, i restanti membri sembrano in stato di grazia, i suoni escono bene nonostante le casse tutt’altro che professionali. I brani sono fulminei, tecnici ed esaltanti, tanto che davanti al palco scoppia in fretta un pogo devastante. Stage diving, mosh e timidi tentativi di circle pit hanno infiammato il pubblico e il gruppo sul palco ha recepito decisamente bene il calore dimostrato pestando ancora più forte e regalando una performance decisamente memorabile. A fine serata il sottoscritto è stato ufficialmente nominato “il Fomentatore”. A chiudere la serata ci pensano i veterani della scena grincore Jesus ain’t in Poland, altro gruppo modenese in cui i componenti sono tecnicamente mostruosi nonchè autentici pezzi di storia del metal gialloblu. A fianco di vecchi classici quali “The Monkey Valley” il gruppo propone brani nuovi dall’album di imminente uscita. A sorpresa la band al classico sound grind spaccaossa aggiunge un pizzico di stoner e sludge e i risultati sono strepitosi. Peccato che il microfono si rompa a metà concerto e la voce venga fuori solo a tratti. Ma questo non impedisce al cantante di abbandonare lo strumento e mettersi a urlare direttamente in mezzo alla gente! Un festival veramente ben organizzato e una concreta testimonianza di come con 4 euro ci si possa vedere dei gruppi validi senza dover per forza andare a riempire palazzetti o festival estivi che costano mezzo stipendio.