A breve tempo dall’uscita del nuovo lavoro dei Within Temptation, ad Aprile è giunto sul mercato After Forever, ultima fatica della band olandese, capitanata da Floor Jansen e Sander Gommans.
In un mercato ormai saturo di band dalla voce femminile, portare innovazione al genere diventa man mano più arduo: è facile cadere nel dimenticatoio così come è difficile restare sulla cresta dell’onda. Lontani ancora dal boom dei sopraccitati cugini, che meriterebbero a pieni voti, gli After Forever sono una band in grado di produrre lavori degni di nota e di stupire l’ascoltatore ogni qualvolta Mr. Gommans & co. si adoperino per tirare fuori il coniglio dal proprio cilindro.
E questo album sembra portare con sé un po’ l’entusiasmo rinato dopo le vicissitudini che han caratterizzato la band con l’uscita di Remagine: il ritorno di Andrè Borgman, uscito vittorioso dalla sua battaglia con il cancro, che i fan hanno potuto apprezzare già nel tour dello scorso anno e il contratto con una signora etichetta del metal, la Nuclear Blast. Ecco tutti i presupposti per intraprendere una nuova avventura ricca di energia: ed è proprio quello che questo album sembra trasmettere.
Basta infatti guardare la copertina per ritrovarvi la lettera greca Omega. L’ohm indica la resistenza elettrica, ma esso ha vari significati a seconda delle interpretazioni possibili: dal centro di un cerchio alla morte. Sicuro una scelta che indica un cambiamento, una conclusione di un’ era ed un nuovo inizio, ricco di energia e positività.
Pur non essendo un concept, anche i testi riprendono questa tematica. L’energia infatti viene proposta in tutte le sue forme e dimensioni: dal sogno, allo spazio, alla natura, alla energia negativa e positiva.
Le musiche sono state composte dal leader Sander Gommans e dal tastierista Joost van den Broek, giovane dall’indiscusso talento che si era già fatto apprezzare nel precedente lavoro e che si è occupato anche degli arrangiamenti. Le lyrics e le linee vocali, invece, sono a cura della giunonica Floor Jansen. Il lavoro ha visto la collaborazione del produttore rock, Gordon Groothedde, nonché la presenza di ospiti illustri, quali Jeff Waters degli Annihilator e Doro Pesch. Bisogna menzionare inoltre la collaborazione dell’orchestra sinfonica di Praga, composta da ben 60 elementi (è la prima volta che il gruppo ne utilizza una) e il coro che ha collaborato su Remagine, tra i cui componenti, urge citare la poliedrica Amanda Somerville. Il risultato è un lavoro equilibrato: tutto sembra ben distribuito e disposto con ratio, non un eccesso, non una caduta di stile.
Composizioni brillanti accompagnate dalla voce della talentuosa vocalist Floor Jansen, punta di diamante della band, che grazie alla sua versatilità regala momenti di pura magia in una perfetta simbiosi tra musica estrema e musica classica. Ma andiamo ad osservare il lavoro più da vicino, track by track.
Discord: l’opener azzeccatissima dà il benvenuto all’ascoltatore: un’orchestra pomposa e quasi marziale accompagnata nel finale dal coro, grunts più effettati del solito, alternati al cantato rock della Jansen, heavy riffs e un mid tempo che fa venire voglia di headbanging.
E’ facile immaginare una sala di proiezione cinematografica gremita di gente, seduta innanzi ad uno schermo recante la scritta: You’re watching After Forever.
Evoke: un brano dal sapore Nightwishiano, in perfetto stile symphonic metal, con cantato operistico alternato ad una linea più melodica verso il finale, seguita da un passaggio strumentale dove chitarre, orchestra e tastiere fan da padrone per poi essere accompagnate dal coro, prima della chiusura. Il tutto strizza l’occhio alle influenze electro introdotte da Joost.
Transitory: il brano più aggressivo e veloce dell’album. Chitarre, tastiere e batteria prevalgono sul resto. Il growl pare fuoriuscire dritto dagli inferi alternandosi ancora una volta ad un energetico cantato rock ricco di effetti. La traccia ricorda forse un po’ i brani più heavy prodotti negli ultimi due album.
Energize Me: Primo singolo ad essere estratto, accompagnato da un video che potete guardare attraverso il sito ufficiale della Nuclear Blast. La scelta è perfetta: un brano catchy dal sapore fresco, con un assolo semplice e un ritornello facile da ricordare. Floor Jansen ancora una volta delizia l’orecchio, variando da un cantato più dolce e soft ad energia pura. Il mix giusto per chi vuole raggiungere un’audience più ampio.
Equally Destructive: Altra traccia heavy dove le chitarre dominano la scena, sebbene tuttavia non risulti difficile all’ascolto. Potrebbe infatti essere un potenziale futuro singolo, visto che il ritornello, dal sound un po’ Lullacryiano, resta facilmente impresso nella mente. L’assolo finale da sicuramente più soddisfazioni rispetto al precedente e Floor ancora una volta ci fa capire che è meglio non fare arrabbiare la nostra vocalist olandese.
Withering Time: Un tuffo nel passato degli After Forever! Ritornano le melodie arabeggianti, accompagnate da un coro possente e dal cantato operistico alternato al growl. Non manca la parte acustica che caratterizza i lavori precedenti, la quale, come da tradizione, apre la strada alla parte più aggressiva del brano: scream, growl e heavy riffs sembrano seguire il sound dell’orchestra. Il brano si chiude con un crescendo del coro, che emoziona.
De-energized: Brano che potrebbe fare da sfondo ad una scena clou di un film di Guerre Stellari, vista l’intro orchestrale. Ecco finalmente all’opera Jeff Waters degli Annihilator, con il suo inconfondibile sound! Lavoro che si sposa perfettamente con il growl e gli scream aggressivi di Sander, seguito da una batteria in perfetto stile death e un coro operistico, dove Floor raggiunge delle note davvero impressionanti. Molto bello l’inserto prog verso il finale.
Cry With A Smile: semplicemente emozionante. La malinconia qui regna sovrana. Una ballata in stile heavy, dal sound struggente. L’interpretazione di Floor sottolinea le doti di questa cantante, che qui fa eco alle talentuose e più note interpreti del classic pop. Credo sia davvero impossibile non lasciarsi trasportare dall’atmosfera del brano, arricchita dall’orchestra che sembra quasi avere un tocco decadente.
Envision: Una canzone in perfetto stile Remagine, dai vaghi richiami anni’80, soprattutto nelle tastiere. Non rimarranno delusi gli amanti di brani alla Boundaries Are Open & co. Traccia melodica dagli interessanti riff e assoli di chitarra.
Who I am: Ecco Floor alle prese con la signora del metal, Doro Pesch! La rockeggiante voce di Doro ben si alterna a quella più melodica di Floor: due diavolesse a confronto! Il coro accompagna in crescendo le due ladies e penso ci sarà più di un fan che sognerà di godere di questa esibizione dal vivo. Atmosfere arabeggianti e inserti industrial caratterizzano questo brano dal sound “cattivo”.
Dreamflight: Un intro da colonna sonora e un cantato che crea un’atmosfera molto intima, aprono questo brano della durata di ben 11 minuti, subito seguita da un cammeo di Bas Maas. La traccia evolve in un sound aggressivo, proprio come accadeva in Only Everything nel precedente lavoro, Remagine. Ecco quindi un suono più heavy, fatto di vorticose chitarre e tastiere e un cantato ricco di energia che poi lascia spazio ad una parte più melodica per poi cadere nelle brame di un sound ancora più aggressivo, dovuto al coro e al growl di Sander. A seguire un’orchestra in perfetto stile epico, sostituita poi dalle chitarre acustiche. Floor si diletta qui anche in un passaggio a cappella, da brivido. Ma la quiete dura poco e lo scontro epico riprende: orchestra, growl, coro, tastiere aggressive e riff di chitarra. Il tutto si conclude ancora una volta con il sound acustico delle chitarre. Influenze prog e alla Dimmu Borgir aprono con questo brano un ponte tra passato, presente e futuro, proiettando l’ascoltatore in un viaggio fuori dal tempo.
Empty Memories: questo brano rappresenta per me una piccola chicca: semplicemente fantastico. Inizia con un sound electro-pop dove le tastiere ricreano un’atmosfera molto soft. Il cantato di Floor è davvero dolce e toccante, ricco di tristezza. Una traccia pregna di malinconia, accresciuta dal supporto vocale del coro, qui prettamente drammatico. Una scelta perfetta per chiudere l’album: la canzone infatti, lascia quasi l’idea di aver perso qualcosa per strada, creando un piccolo senso di vuoto. Sentimenti che ti spingono a rimettere sul “play” il lettore cd e riprendere l’ascolto.
Cosa che non dispiace affatto, visto che ci troviamo davanti ad un masterpiece composto da giovani, esperti e brillanti compositori, che meritano tutta l’attenzione che etichette come la Nuclear Blast, san dare. Ancora una volta gli After Forever confermano di essere fautori di lavori di alta qualità, capaci di impressionare dal primo all’ultimo ascolto, senza mai risultare stucchevoli.
Assolutamente da avere nella vostra collezione di cd.