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ALL THAT REMAINS – Victim of the New Disease

È con un po’ di amarezza che ci apprestiamo all’ascolto di questo nuovo lavoro degli All That Remains, dopo che lo scorso 17 settembre il chitarrista e membro fondatore del gruppo Oli Herbert è tragicamente scomparso all’età di 44 anni. Prendiamo perciò l’album “Victim of the New Disease” come la sua eredità alla band, una delle più longeve del genere.

Il brano di apertura “Fuck Love” pare proprio una dichiarazione di guerra, semplicemente prepotente e con un finale così irruento da lasciarci un po’ spiazzati. Questa volta qualcuno deve averli fatti arrabbiare per davvero, questi All That Remains. Dopo una premessa del genere immaginate la sorpresa all’ascolto del pezzo successivo, “Everything’s Wrong” più calma e con una vena di disperazione, decisamente in contrasto con la precedente canzone. E questi due brani bastano quasi a spiegare lo svolgimento di tutto l’album e allo stesso tempo ad evidenziare uno dei suoi pregi principali, ovvero l’andamento altalenante ma bilanciato tra tracce brutali o struggenti.

Del resto, questa è sempre stata la formula vincente per gli All That Remains: accostare a strofe violente e cadenzate con voce growl/scream, dei ritornelli molto orecchiabili e di facile apprezzamento con voci pulite. Quello che differenzia questo album dai precedenti è l’attenzione posta in ogni dettaglio e l’ottima produzione a favore di un sound decisamente più massiccio, più maturo e studiato. Lo sentiamo un po’ dappertutto nell’album, ma in particolare in alcuni pezzi davvero validi, tra cui “Wasteland”, personalmente uno dei migliori della lista.

Perciò preparatevi a scatenarvi su brani tosti come “Blood I Spill” e “Broken” che vi faranno letteralmente staccare la testa dal collo e contemporaneamente a godervi quelli più rilassanti, come “Just Tell Me Something” (insieme a Danny Worsnop degli Asking Alexandria) e “I Meant What I Said”. Il disco si chiude così sulla titletrack “Victim of the New Disease” che è il perfetto riassunto dell’intero lavoro.

Se non si tratta del picco più alto per la band americana, “Victim of the New Disease” si merita comunque un applauso. Gli All That Remains sono tornati un po’ indietro nel tempo, aggiungendo brillantezza e audacia al loro sound grazie all’esperienza accumulata in tutti questi anni di carriera. Chi apprezza il genere avrà qualcosa di piacevole da aggiungere alla propria playlist e se questo dovesse essere l’ultimo album della band (a causa della perdita di Oli Herbert), di certo il cerchio si chiuderebbe in grande stile, con un album che è l’emblema dell’essenza del gruppo. Speriamo però che il talento di questa band possa lo stesso tornare presto in campo, ad offrirci ancora qualcosa di altrettanto notevole.

  • 8/10

  • ALL THAT REMAINS - Victim of the New Disease


  • GenereMetalcore
  • Anno2018
  • Casa discograficaFearless