“Invention of knowledge” è la creatura nata dall’unione delle menti e dei talenti di Roine Stolt (The Flower Kings, Transatlantic) e Jon Anderson (YES), lavoro preceduto da grandissime e trepidanti aspettative da parte del mondo progressive rock.
L’attesa sembra essere stata ricompensata da un prodotto di estrema eleganza, che rispecchia pienamente l’anima più leggera e sognante di Anderson e il genio inquieto e visionario di Stolt.
Il disco appare diviso in quattro suite, in un crescendo di emozioni piacevolmente retrò: non ci sono grandi esperimenti o funambolici salti nel vuoto, ma il calore e l’immaginazione non mancano mai ed è uno dei grandi pregi di questo lavoro.
I primi tre pezzi che compongono la suite “Invention of Knowledge” affondano le loro radici nel passato e nelle melodie tipiche degli Yes, come la variopinta “We Are Truth“. “Knowing” è la seconda parte, centrale e massiccia, in cui risiede la vera essenza progressive del disco, con una punta di eccellenza in “Chase and Harmony“.
“Everybody Heals” è la suite più complessa ed articolata, con incursioni in altri mondi, come quello del jazz, sapientemente guidate dalle mani esperte di Stolt, come nel pezzo che da il titolo a questa terza parte.
Chiude, in estrema delicatezza, la quarta suite, composta dalla sola “Know…“, un pezzo dall’ampio respiro, ricco di sfumature e di un intreccio affascinante di melodie.
Si tratta di un lavoro unico nel suo genere, che sicuramente farà sospirare i fans degli Yes e incuriosirà piacevolmente quelli dei The Flower Kings (controllate la line-up e vedrete molti nomi noti agli estimatori di questo gruppo). Un album da scoprire poco a poco, da gustare senza fretta, da assaporare lentamente. Per gli amanti del progressive rock d’annata, per chi non cerca tecnica spinta al parossismo, ma una guida sapiente attraverso un mondo onirico, verso la conoscenza.