Inutile fanfarare troppo, i cosidetti ‘vecchi’ sanno sempre il fatto loro; il rock è diventato oggetto di culto quando erano in fasce e, in modo romantico, è cresciuto e si è evoluto con loro…conoscono come costruire songs vincenti, hanno gusto nel gestire il ‘tiro’ delle strutture e vivono di un’iperproduttività evergreen che regala emozioni generosamente.
Axel Rudi Pell continua imperterrito a gestire una carriera incredibile, affondando le proprie radici nel rock epico/melodico degli anni 70 e coinvolgendo certe finezze ‘metal’ che gli hanno ampliato il raggio di gradimento con merito; il veterano delle sei corde ci aveva lasciato due anni fa con l’ottimo “Into The Storm”, disco che aveva risollevato qualitativamente il quintetto, e con questo “Game Of Sins” prosegue modernizzandosi soprattutto nell’attività in consolle. Ne nascono dieci songs dal grande impatto e dalle atmosfere suggestive, capaci di trascinarvi nel vortice delle lyrics senza troppa fatica.
La produzione è elegante e armoniosa come sempre, lasciando intatto quel soffice velo oscuro/malinconico ormai divenuto un vero cliché dell’artista crucco; i suoni sono nitidi e rotondi mentre le performance portano in auge una band compattissima e affiatata, dove l’immenso Bobby Rondinelli non fa rimpiangere minimamente il piovrone Terrana; sopra a tutti, ancora una volta, ad incantare è Johnny Gioeli, capace anche in questo caso di lasciare ammutoliti grazie a tecnica ed interpretazione.
Le songs…beh, cosa ci si può aspettare da Axel Rudi Pell se non un disco di grande carattere? “Fire”, “Falling Star” e “The King Of Fools” non si privano di niente, lasciando l’ascoltatore incantato e con il fiato corto. “Sons In The Night”, “Lost In Love” e “Forever Free” rimangono i capitoli più convincenti e ispirati mentre la cover della dylan-hendrixiana “All Along The Watchtower” non riesce nel tentativo di apparire fresca e pungente.
Ennesimo capitolo di un artista che ha il vantaggio di mai demordere nella ricerca del proprio sound e di come renderlo fruibile…hard rock in chiave metal che profuma meravigliosamente di rock: che cosa volere di più? Immensi.