I Blood Red Fog tornano sulla scena black metal finnica con il loro terzo full-leght “On Death’s Wings”.
Il black metal proposto dalla band non presenta rilevanti elementi di distacco da quelli che sono i canoni del genere sia a livello di sound, sia a livello di tematiche proposte (oscurità e esistenzialismo in primis).
La voce è il principale elemento che salta all’occhio con il primo ascolto: questa a tratti risulta essere un vero e proprio lamento lancinante, a metà fra il growl e lo scream, portatrice di odio e disperazione (Nota personale: a me a tratti ricorda molto quella di Rainer Landfermann dei Bethlehem);proprio questo elemento avvicina i Blood Red Fog a quel sotto genere “Suicidal/depressive” del Black metal.
Sempre in relazione alla voce, questa è tanto un punto di forza quanto una debolezza; se da una parte riesce bene a immergere l’ascoltatore in un’atmosfera oscura e claustrofobica e a raffigurare la tristezza e la desolazione, dall’altra, nelle tracce più lunghe, come in “Black Hole Soul, Liberation“, risulta essere troppo eccessiva e con l’accumularsi degli ascolti fastidiosa.
Sotto l’aspetto musicale, nulla di estremamente complicato a livello tecnico e nuovo; vi è una buona variazione di riff in alcune parti (“Blazing Star“, “Circe Of Ressurection“), buoni anche gli incisi nel passaggio da un riff all’altro e all’ascolto le amplie e ovattate distorsioni catapultano l’ascoltatore all’interno di un paesaggio buio e tetro, come raffigurato in copertina. A tratti si ravvisano anche influenze folk.
Un altro elemento sorprendete, abbastanza atipico, sono i due assoli di chitarra, presenti nelle tracce “Black Hole Soul” e “As Lightning From Heaven” ben eseguiti che risultano essere un buon elemento di distacco, ma che effettivamente con il contesto ricreato stonano un po’.
Tutti questi elementi come, con la durata non eccessiva dell’album (33 minuti circa) riescono a mantenere vivo e comunque interessato l’ascolto.
Nel complesso l’album è un buon lavoro, l’unica pecca risulta essere la voce di BRF, troppo forzata in alcuni punti, ma che raffigura bene il concept alla base.