Chiunque ami il grind, in ogni sua forma e sfaccettatura, non potrà non riservare un posto speciale nel suo cuore per la Relapse che da sempre ha dedicato a questo ostico genere musicale un bella fetta della sua discografia, anche se ultimamente le uscite in questo ambito un po’ latitano. È quindi sicuramente un grande piacere trovarsi tra le mani questo esordio dei Call of the void, quartetto americano dedito al grindcore che si colloca intelligentemente tra la vecchia e la nuova scuola, ovvero abbracciando totalmente lo stile sporco, grezzo e diretto dei buoni vecchi anni 80 tenendo però in ampia considerazione lo sludge marcio e malato dei giorni nostri. Il risultato è un album che è un vera e propria martellata nei denti, veloce ed urticante per la maggior parte del tempo ed abrasivo e devastante quando gli americani sollevano un attimo il piede dall’acceleratore. Veramente ottimo il bilanciamento tra le due anime della band, che si integrano benissimo tra di loro per andare a creare una resa complessiva dinamica e raramente monotona. Dragged down a dead end path risulta così un album veramente corposo e compatto, sicuramente non innovativo, ma questo è sicuramente voluto perché il quartetto non fa altro che mescolare archetipi già consolidati per realizzare qualcosa che sia il più devastante possibile. Anche in quest’ottica è inutile parlare di tecnica, che c’è ma è unicamente funzionale alla furia viscerale che permea le dieci tracce del disco. Davvero interessante anche la registrazione, grezza e genuina ma allo stesso tempo curata ed in grado di mettere in evidenza i pregi della band. Ultima avvertenza: per chi non l’avesse capito, qua di metal non c’è traccia, è solo una meravigliosa accozzaglia di HC, grind e sludge, non c’è nessuna concessione alla melodia ma solo puro e semplice malessere in musica. In un mondo che sta andando allo sfacelo ritengo che il grindcore, oggi come trent’anni fa, sia la colonna sonora perfetta per il degrado mentale e sociale che ci circonda e i Call of the void (e i Pig destroyer, of course!) sono sicuramente una delle migliori espressioni di questo filone musicale.
CALL OF THE VOID – Dragged down a dead end path
CALL OF THE VOID - Dragged down a dead end path
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Tracklist
1. Failure2. Theory of mind3. Bottom feeder4. Endless ritual abuse5. Abomination6. Breeding grounds7. Napalm lungs8. The liar's hearth9. I hope you two fuck10. Faith & filth
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Lineup
Gordon Koch. batteriaPatrick Alberts. chitarraAlex Pace. bassoSteve Vanica. voce
- GenereGrindcore/Sludge
- Anno2013
- Casa discograficaRelapse
- Websitehttps://www.facebook.com/CalloftheVoid303