Se i Breaking Benjamin incontrassero gli All That Remains, quel che ne verrebbe fuori è senza dubbio qualcosa di non troppo lontano da “Nomad“, il nuovissimo album firmato Chasing Safety.
Che non ci si trovi esattamente davanti ad un gruppo alle prime armi ne è ampia testimonianza l’impatto con un sound pieno e grintoso, che introduce e accompagna l’intera produzione senza accenno di defiance.
Undici, le tracce di questo “Nomad”: una continua alternanza di scream e pulito, che si dispiegai in ritornelli piuttosto catchy, ma sempre e comunque dalla venatura malinconica e trascinante. L’unica nota stonata dell’album si rinviene proprio in questa definizione strutturale: ogni brano, preso singolarmente, risulta decisamente valido, ma quando inserito nel contesto del full-lenght, la costruzione sempre uguale di ogni traccia contribuisce ad abbassare la luminosità della brillantezza dell’album.
Biglietto da visita della produzione è il groove, chitarre e ritmiche serrate, che emergono in maniera preminente sin dall’opener “Brand New Prison“, ad allentare un po’ la presa, anche se solo per pochi istanti, con “This Is Hell“, in cui le atmosfere rivendicano la propria presenza, e la titletrack “Nomad“, che a sorpresa si rivela una strumentale.
Ciò che manca, e la cui assenza risuona profondamente, è una mid-tempo, a smorzare l’enfasi delle ritmiche: anche in attesa di una bella ballad, “Nomad” si mostra comunque un album valido e piacevole all’ascolto.