Esistono due tipologie di musicisti, quelli che scelgono di fare musica e quelli che vengono scelti dalla musica stessa…per I primi la carriera è a un passo di distanza, basta solo una manciata di buona volontà, mentre per I secondi il cammino è molto più intricato e lungo e quasi mai porta risultati tangibili e soddisfacenti, riuscendo solo a vivere questa forma d’arte alla stregua di un amore.
Mi perdonino i Crosson, ma nel loro nuovo “Spreading The Rock’N’Roll Disease” si trova tanto mestiere e poca passione tangibile; la proposta, a cavallo tra hard rock e street, mette in mostra la vasta capacità strumentale ed esecutiva ma non riesce a trasporare l’ascoltatore in quella dimensione superiore dove i fan possono volare rapiti; ci sono i riffs, i cori dorati e ruffiani e i solos tecnici ma ciò che manca è quel collante che riesce a unificare tutte le parti per riuscire a creare un vero e proprio monolita sonoro…
La produzione è calda e armoniosa, capace se non altro di sostenere gli infarcimenti melodici qui contenuti; i suoni sono puliti e tondi come da copione, ben amalgamati da un mixing onesto e da un mastering che predilige le parti melodiche, mentre le performance sono improntate a trovare quel tiro finale che invece non viene raggiunto in modo assoluto, facendo sì che le nove tracce si lascino ascoltare ma senza entrare nel profondo.
Le songs? Tanta melodia e buona preparazione tecnica si possono trovare nella titletrack e nella più diretta “All About The Music”, mentre in episodi come “Take Another Shot” o “Horizontal Bop” la ricerca di maggior compattezza non riesce a far centro; “Lies” e “Taxman” appaiono come i capitoli meglio riusciti, così come la conclusiva “Rock For Your Money” colpisce per pathos, mentre le rimanenti entrano ed escono dai padiglioni auricolari senza particolare trasporto.
“Spreading The Rock’N’Roll Disease” rimane un disco da cui non si riesce ad estrapolare molto, anche dopo ripetuti ascolti…le capacità ci sono e presto o tardi matureranno, per ora purtroppo la forma tangibile rimane opaca e poco attraente. Peccato.