Uno dei particolari più ovvi di un artista è rappresentato dal nome con cui professa la propria arte; senza entrare nei meriti delle scelte, credo che ogni genere possa usufruire di un limitato range di monicker per poter essere credibile ed accattivante, riuscendo a parafrasare il messaggio artistico primariamente dalla musicalità della ‘scritta’ su cd o manifesti.
I Devotion hanno scelto questo sostantivo non a caso…la devozione verso la musica deve essere spontanea per poterne assaporare le emozioni e con questo quarto lavoro i rockers vicentini continuano un percorso di ricerca sonora di grande apertura mentale. Non troppo pesanti per essere catalogati come metal e a cavallo delle infinite sfumature alternative, i Devotion premono su un accelleratore compositivo che si caratterizza di frenesia e possenza, riuscendo nel difficile compito di essere affascinanti senza abbandonarsi a soluzioni troppo semplici. Paradossalmente, potremmo catalogare questo “Words And Crystals” come rock progressivo nel pieno senso della parola, essendo in completo movimento verso universi imprevedibili.
La produzione è potente e roboante, il che mette in mostra soprattutto i passi avanti compiuti anche in consolle da Pucho e soci; i suoni sono moderni e avvolgenti mentre le performance rappresentano il vero filo conduttore di queste dieci songs, dove maestria e intelligenza viaggiano a braccetto felici. Mixing e mastering, infine, permettono la fruizione totale della complessa sonorità della band, mantenendo inaspettatamente un cordiale rapporto con le dinamiche.
“Roller Derby”, “The Deepest” e “Scent Of A Story” sono esempi di un rock/metal innovativo e pulsante, capaci di assecondare sia fans dai palati fini che quelli meno esigenti. “Cloud Atlas” spinge duro sul groove mentre “Undressed” e “Feeling The Desert Air” colpiranno per la verve arrangiativa ed esecutiva…non ci sono filler in “Words And Crystals”, anche se l’ascolto dovrà prevedere parecchi passaggi per essere completamente appagante.
Ai Devotion auguro di proseguire in questo modo perché la scelta sonora è accattivante oltre ogni aspettativa; una band italiana che ha saputo apprendere da act stranieri riuscendo a erigere un messaggio proprio senza troppi compromessi.