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DODECAHEDRON – Dodecahedron

La Season of Mist ha fatto di nuovo centro! La label francese ormai sembra averci preso gusto a pubblicare ogni anno l’album più disturbante e deviato della stagione; dopo gli straordinari Elitist che nel 2011 avevano letteralmente demolito ogni speranza di vita e di sanità mentale con il loro sludge-core, quest’anno l’asticella della follia si sposta ancora più in alto grazie ai Dodecahedron. Gli olandesi propongono, per chi avrà il coraggio di ascoltarli, uno schizzato mix di black metal, post-hardcore e inserimenti elettronici prossimi al drone. Il risultato? Come ricevere una coltellata in pieno stomaco e sentire la lama che si gira e ti lacera senza pietà ogni organo.

Per essere più concreti, la prima impressione che ho avuto è stata quella di ascoltare un “Jane Doe” (se non avete mai sentito il capolavoro dei Converge, correte a procurarvelo!) ancora più disperato e nichilista. I Dodeacahedron sono dei veri e propri terroristi sonori, ed usano ogni mezzo consentito per risultare il più possibile devastanti. I brani sono lunghissimi, si passa dai 5 ai 10 minuti tanto per capire, molto diversi tra di loro anche se l’atmosfera che si respira costituisce l’elemento comune e il collante che fa di “Dodecahedron” un album da ascoltare, se possibile, tutto d’un fiato.  Sfido chiunque ad arrivare alla fine di “Vanitas” senza avere la sensazione del vuoto d’aria: dieci minuti a cavallo tra sludge e doom, con la cattivissima voce filtrata di Michiel Eikenaar che delinea una discesa nell’abisso da cui non c’è via d’uscita e la sezione ritmica che ci illude di un crescendo che sarebbe liberatorio ma che non arriva mai. Vero e proprio capolavoro, brano ideale che spezza il disco dopo le sfuriate dei primi due pezzi e prepara la strada verso la trilogia finale, anche se prima ci attende “Descending Jacob’s ladder”. Qui gli olandesi si dimostrano dei maestri anche nel padroneggiare l’elettronica e la manipolazione della voce, piegandole al proprio volere per creare un intermezzo che sa di zolfo puro. La trilogia “View from Hverfell” è certamente il punto focale dell’intera produzione, la parte finale che rappresenta la summa di quanto espresso in precedenza e la volontà di portarlo ancora oltre. Qua il black metal si presenta a tratti con tutta la sua ferocia e violenza, anche se la qualità della registrazione e la tecnica dei musicisti lo rielaborano in una maniera nettamente personale. Ma suonare solo a rotta di collo non è decisamente affare per i Dodecahedron, che riescono sempre a spezzare la struttura canonica dei brani, a volte grazie ad arpeggi apparentementi distensivi, altre volte grazie a dissonanze che sembrano fatte apposta per dilaniare la psiche. Ciò che ha indubbiamente contribuito a rendere così dannatamente buono questo album è la produzione: geniale, curata, perfetta. Mai prima d’ora si erano sentite delle chitarre con un suono così definito, ma al tempo stesso slabbrato e spesso, nel black metal! Mentre il basso riesce a prendersi piccoli ma importanti spazi, la batteria è decisamente in rilievo e dona uno spessore e una profondità unica ad ogni brano.

Chi fosse arrivato a leggere fino a questo punto della recensione ovviamente sarà un appassionato di sonorità estreme e devastanti, e troverà in “Dodecahedron” una delle esperienze più incredibili che possa provocare la musica. Questo non è un disco fatto per piacere, ma per dare malessere ed ansia, chi si trova a proprio agio in tali situzioni avrà trovato il nuovo pane quotidiano. E anche gli amanti di Lovecraft qui ci sguazzeranno… Per tutti gli altri (ovvero la maggior parte della popolazione) stare alla larga!

  • 9/10

  • DODECAHEDRON - Dodecahedron

  • Tracklist

    1. Allfather
    2. I, Chronocrator
    3. Vanitas
    4. Descending Jacob's ladder
    5. View from Hverfell I: head above the heavens
    6. View from Hverfell II: inside omnipotent chaos
    7. View from Hverfell III: a traveller of the seed of the Earth


  • Lineup

    Michiel Eikenaar - voce
    Joris Bonis -chitarra, elettronica
    Michel Nienhuis - chitarra
    Jasper Barendregt - batteria
    Ype Terwissha van Scheltinga - basso


  • GenereBlack metal/Avantgarde/Post-Hardcore
  • Anno2012
  • Casa discograficaSeason Of Mist
  • Websitehttp://www.ddchdrn.com/