I Fire Trails si sono sciolti, questo si sa. Pino Scotto e Steve Angarthal, le due anime della band, hanno messo fine al sodalizio durato due dischi e si sono gettati a capofitto nei loro progetti solisti. Pino già dal 2008 si è rimesso in moto alla guida del proprio gruppo, per Steve invece c’è stato da attendere un po’ di più, ma ne è valsa la pena. Elektro Motion è un disco composto in prima persona dal talentuoso chitarrista, con il prezioso aiuto di una formazione vera e propria, che vede tra le sue fila due ex-Fire Trails, Mario Giannini e Larsen Premoli, rispettivamente batterista e tastierista, e Pasko, bassista. Il centro delle operazioni rimane Steve, che per l’occasione si butta coraggiosamente in una nuova impresa, cioè cantare in prima persona alcuni brani del disco, in prevalenza strumentale.
Nei pezzi senza voce, come in quelli cantati, Angarthal cerca l’empatia con l’ascoltatore, vuole comunicargli le proprie emozioni e prova a farlo attraverso un hard rock elegante e scintillante, prodotto perfettamente e con ogni strumento bene in evidenza. Lo scheletro delle strumentali ricalca quello di canzoni di senso compiuto, e al posto delle vocals le linee guida sono dettate dalla sei corde, coadiuvate da un tappeto ritmico potente, mirato ad esaltare le peripezie chitarristiche. Si attraversa un ampio ventaglio di soluzioni, inanellando avvincenti tempeste di note e arpeggi sommessi con pari efficacia. Tra i brani più tranquilli, spiccano Ghosts Of The Past, condotta in porto con gentilezza da poche, ma riuscite, note di piano e tastiera e in particolar modo la conclusiva A Gift From A Dream, che non è azzardato descrivere come una personale rivisitazione di Arganthal della dolcissima Dee del compianto Randy Rhoads.
La maggior parte dell’album vira però verso un esplosivo hard rock metallizzato con più di qualche svisata ai Rainbow con Dio alla voce. Non vi è il medesimo afflato epico, c’è invece l’insistente incalzare della sezione ritmica a complemento di solos prolungati e in continuo divenire, in primo piano ma con un occhio di riguardo verso gli altri strumenti, al fine di farli rendere al meglio e di non soffocarli. Le tracce più riuscite, tra quelle prive di vocals, sono probabilmente At The Gates Of Nowhere e Dragon’s Cave, ma tutte quante rimangono su alti livelli; lo stesso si può dire per i pezzi cantati, che beneficiano di un trattamento imperfetto ma col cuore in mano di Steve, da sgrezzare sotto il profilo tecnico eppure già in grado di far emozionare come quando pizzica la sua sei corde. Veloci, tecnici, sognanti quando ce n’è bisogno, i Dragon’s Cave convincono appieno e vanno ben oltre quello che ci si aspetterebbe da un progetto solista. Niente di estemporaneo, la nuova creatura di Angarthal è qui per restare a lungo.
DRAGON’S CAVE – Elektro Motion
DRAGON’S CAVE - Elektro Motion
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Tracklist
1.Heart On Fire
2.Sounds Like A Melody
3.Hey You
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Lineup
Jp: Vocals
Korl: Drums
Toby: Bass
Mike: Guitars
Tony: Guitars
Erik: Programming And Keyboards
- GenereAlternative/Electro Rock
- Anno2010
- Casa discograficaAFM Records
- Websitehttp://www.a-life-divided.de