[ENG] “Triumviro” marks a bold debut for The 7th Guild, a project strongly envisioned by Tomi Fooler that brings together seasoned musicians from both the Italian and international metal scenes. Among them, the standout elements are the powerful vocal performances of Giacomo Voli and Ivan Giannini. Built around the interplay of three vocalists, the album’s concept is carefully crafted to highlight the balance between power and melody. While certain sections might feel slightly rigid in execution, the album delivers moments of significant sonic impact.
Musically, “Triumviro” unfolds across eight tracks, offering a rich and dynamic listening experience. Intricate guitar work, sharp drumming, classical orchestrations, and layered choral sections blend together in an elaborate yet cohesive arrangement. The seamless integration of electric and orchestral elements reflects a high level of technical expertise, striking a refined balance between modernity and tradition. While the arrangements occasionally prioritize complexity over spontaneity, the depth of songwriting and the diversity of musical ideas contribute to an engaging and immersive experience.
The three vocalists play a central role in shaping the album’s identity, delivering performances that alternate between delicate nuances and moments of sheer intensity. Their ability to shift dynamics gives the record a theatrical dimension, enhancing the dramatic weight of each track. At times, however, the pursuit of precision slightly diminishes the raw emotional edge that could have made certain passages even more impactful.
Lyrically, the album explores mythological themes, existential musings, and liturgical elements, creating a cohesive narrative that aligns with its operatic metal aesthetic. Tracks like “Holy Land” guide the listener through a mystical and introspective journey, while “In Nomine Patris” amplifies the album’s grandeur with Latin choirs and symbolic undertones. The evocative imagery and poetic approach make for an engaging lyrical framework, though in some moments, the writing leans towards a more rhetorical style, slightly diluting its emotional resonance.
The production, overseen by Fooler, Simone Mularoni, and Simone Bertozzi at Domination Studio, stands out for its clarity and balance. Every instrument occupies its own space with precision, ensuring a clean and powerful sound. From the aggressive guitar tones to the grandeur of the orchestral arrangements, each element is carefully crafted, allowing the album’s technical and artistic aspects to shine through. However, a more organic production approach, embracing minor imperfections, could have enhanced the album’s warmth and authenticity, adding a raw, human touch to the meticulously polished sound.
Several tracks exemplify the fusion of metal’s intensity and orchestral majesty:
- “Holy Land” sets the tone for the album with a solemn, atmospheric opening.
- “The 7th Guild” serves as a defining moment for the band, with powerful harmonies and intricate arrangements reinforcing its artistic vision.
- “Guardians Of Eternity” stands out as an epic anthem, featuring sharp riffs and expansive orchestrations.
- “The Metal Charade“, which concludes the album (aside from the bonus Fairytale cover by Shaman), delivers a grand and emotionally charged finale, blending introspection with sheer sonic force.
In the end, “Triumviro” distinguishes itself with its ambitious blend of metal and operatic influences, offering a meticulously detailed and expertly produced album. While the precision and technicality are undeniable, the overall experience might have benefited from a more spontaneous and emotionally raw approach. Despite this, the album remains a unique and compelling addition to the power metal landscape, merging tradition with innovation in a way that will likely resonate with both genre enthusiasts and listeners in search of fresh musical perspectives.

[ITA] “Triumviro” è il debutto audace di The 7th Guild, un “super gruppo” voluto fortemente da Tomi Fooler e frutto della collaborazione tra veterani del metal italiano e internazionale, tra cui emergono soprattutto le voci di Giacomo Voli e Ivan Giannini. Il concept, attorno alle tre voci, è studiato nei minimi dettagli. Esalta il connubio tra forza e lirismo e, nonostante in alcune parti l’esecuzione può apparire leggermente rigida, regala momenti di grande impatto sonoro.
La struttura musicale di “Triumviro” è articolata in otto tracce che offrono un panorama sonoro ricco e variegato, in cui intricate linee di chitarra, batterie incisive, orchestrazioni classiche e cori stratificati si fondono realizzando una trama musicale curata nei minimi dettagli. La fusione tra strumenti elettrici e orchestrali testimonia un lavoro tecnico e compositivo di alto livello, capace di creare un raffinato equilibrio tra modernità e tradizione, con momenti di grande impatto e passaggi più evocativi. Sebbene in alcuni frangenti l’arrangiamento tenda a privilegiare la complessità tecnica a scapito della spontaneità, la qualità della scrittura musicale e la ricchezza delle soluzioni adottate contribuiscono a rendere l’esperienza d’ascolto intensa e coinvolgente.
Come già detto, le esibizioni delle tre voci sono il cuore pulsante del disco, offrendo performance vocali tecnicamente impeccabili, in cui si alternano momenti di delicata liricità ed esplosioni di pura potenza. La capacità di modulare e adattare l’intensità conferisce all’album una dimensione quasi teatrale, arricchendo ogni traccia di un forte impatto scenico. In alcuni frangenti, tuttavia, la ricerca della perfezione tende a sacrificare una certa spontaneità, risultando a tratti più controllata che realmente emotiva, il che avrebbe potuto rendere alcuni brani ancora più coinvolgenti.
I testi rappresentano uno degli elementi più affascinanti dell’album, intrecciando riferimenti mitologici, riflessioni esistenziali e richiami liturgici in una narrazione che si sposa perfettamente con l’estetica operistica e metal del progetto. Brani come “Holy Land” invitano l’ascoltatore a un viaggio mistico e introspettivo, mentre “In Nomine Patris” si enfatizza la sacralità del percorso musicale attraverso l’uso di cori latini e simbolismi potenti. L’uso di immagini evocative e un linguaggio suggestivo contribuiscono a rendere i testi coinvolgenti e coerenti con il concept dell’album. In alcuni passaggi, tuttavia, l’impostazione lirica tende a essere un po’ ridondante, e retorica, riducendo l’impatto emotivo di alcuni brani.
La produzione, affidata allo stesso Fooler, insieme a Simone Mularoni e Simone Bertozzi presso il Domination Studio, si distingue per un sound cristallino e bilanciato, in cui ogni strumento trova il proprio spazio con estrema chiarezza. Dalle chitarre sferzanti agli imponenti arrangiamenti orchestrali, ogni elemento è presentato con grande trasparenza, permettendo di apprezzare nel dettaglio la qualità tecnica e artistica dell’album. La cura meticolosa nel mix e nella masterizzazione rende l’ascolto un’esperienza avvolgente e coerente, esaltando la fusione tra potenza metal e maestosità sinfonica. Nonostante la straordinaria precisione tecnica, sarebbe stato interessante lasciare inalterate quelle piccole imperfezioni che avrebbero aggiunto calore e autenticità. Se si fosse pensato di integrare un tocco più “umano”, si sarebbe valorizzato ulteriormente l’impatto emotivo e la spontaneità, elementi fondamentali per il genere.
Tra i momenti più riusciti spiccano diversi brani che incarnano al meglio la fusione tra potenza metal e grandiosità orchestrale.
- “Holy Land“: apre l’album con solennità, introducendo un’atmosfera carica di magia e mistero.
- “The 7th Guild” rappresenta il manifesto identitario della band, con armonie corali e arrangiamenti strutturati che consolidano la visione artistica del progetto.
- “Guardians Of Eternity” emerge come un inno epico, grazie a riff incisivi e orchestrazioni maestose, regalando un’esplosione di energia.
- “The Metal Charade“: chiude l’album (se non si considera la splendida Fairytale cover degli Shaman) con un’impronta monumentale. La traccia unisce introspezione e potenza sonora, regalando un finale maestoso e avvolgente.
In definitiva, “Triumviro” si distingue per la sua fusione coraggiosa di metal e opera, offrendo un’esperienza sonora ricca di dettagli grazie a una tecnica impeccabile e a una produzione di alta qualità. Tuttavia, l’album non riesce a trasmettere appieno l’intensità emotiva che avrebbe potuto rendere l’ascolto ancora più coinvolgente. Anche riconoscendo, però, che in alcune tracce la struttura appare un po’ rigida, questo approccio evidenzia la volontà di sperimentare e di arricchire il panorama musicale con nuove sonorità. Con il suo mix di tradizione e innovazione, l’album si configura come una proposta originale e stimolante, capace di attrarre sia gli appassionati del genere che chi è alla ricerca di strade sonore inedite, una qualità preziosa in un power metal dove trovare percorsi sempre nuovi è davvero difficile.