[ENG] In Finland’s symphonic metal scene, ARION stand out with an authentic and refined musical identity, bridging tradition and modernity. With “The Light That Burns The Sky“, the band delivers a balanced sonic journey, where meticulous attention to detail meets bold innovation without ever slipping into excess. While the album draws from the genre’s roots, it offers a richly nuanced musical narrative, seamlessly blending intense moments with darker passages in a captivating sonic experience.
Set for release on February 28, 2025, and produced by Matias Kupiainen (Stratovarius), this fourth album marks yet another evolutionary step for the band. Under the creative direction of Iivo Kaipainen, the record alternates between dazzling technical displays and emotionally charged passages, showcasing ARION’s ability to innovate without straying from their core identity. Each track invites the listener to immerse themselves in a deep and engaging sonic experience, where powerful harmonies and dynamic contrasts reflect the band’s unwavering vision.
The album’s musical structure is crafted with precision: sharp riffs, orchestral arrangements, and bursts of pure metal energy combine to create truly epic atmospheres. Kaipainen’s guitar work shines with brilliance and virtuosity, leading the listener through melodies rich with intensity and emotion. While certain tracks lean into complexity a bit too heavily, the balance between softer dynamics and explosive energy remains one of the album’s strongest points.
Frontman Lassi Vääränen delivers a commanding vocal performance, infusing each song with passion and presence. The collaboration with Melissa Bonny on “Wings of Twilight” adds an extra layer of sophistication, creating a vocal synergy that elevates the track to unforgettable heights. While some arrangements risk overcomplicating the delivery, the overall performance remains solid and emotionally charged.
The production, meticulously handled by Matias Kupiainen, ensures a crisp and well-balanced mix. The seamless integration of orchestration and traditional metal elements results in a modern and energetic sound. Although certain sections lean toward excessive layering, slightly obscuring the raw metal core, the final outcome is a rich and immersive sonic landscape that enhances each instrumental performance.
Standout tracks:
- “The Light That Burns The Sky” – The title track opens with dynamic riffs and a growing tension, pulling the listener into an electrifying whirlwind of sound.
- “Like The Phoenix I Will Rise” – A blazing display of guitar virtuosity, this track is an anthem of rebirth, turning every note into a statement of power.
- “Wings of Twilight” – The duet between Lassi Vääränen and Melissa Bonny is a vibrant vocal exchange, transforming each passage into an emotionally gripping experience.
- “Burning in the Skies” & “In the Heart of the Sea” – These tracks unfold like cinematic soundscapes, where every note carries a mythical and almost film-like intensity.
- “Into the Hands of Fate” – A triumphant closing piece, encapsulating the album’s journey and leaving a lasting impression.
Some tracks, like “Wildfire” and “Blasphemous Paradise”, aim for complexity, pushing the boundaries of innovation. However, in certain sections, the dense layering of effects and orchestration slightly overwhelms the core metal elements, distancing the listener from the band’s more spontaneous and raw energy.
Ultimately, “The Light That Burns The Sky” is an ambitious work that skillfully blends innovation and tradition. Its breathtaking guitar performance and evocative atmosphere stand as its greatest strengths, while its experimental moments, though occasionally excessive, never overshadow the band’s undeniable passion and dedication. As a whole, the album reaffirms ARION’s ability to evolve, offering an intense and deeply rewarding musical experience.

[ITA] Nel panorama finlandese del metal sinfonico, gli ARION si contraddistinguono per un’identità musicale autentica e raffinata, capace di creare un ponte tra tradizione e modernità. Con “The Light That Burns The Sky“, la band propone un percorso sonoro equilibrato, in cui la cura meticolosa dei dettagli si sposa con un’innovazione audace, senza mai cadere nell’esagerazione. L’album, pur attingendo alle radici del genere, offre un racconto musicale ricco di sfumature, in cui il contrasto deciso tra passaggi intensi e momenti più cupi si fonde in una narrazione sonora avvincente.
In uscita il 28 febbraio 2025 e prodotto da Matias Kupiainen (Stratovarius), questo quarto album segna un ulteriore passo evolutivo per la band. Sotto la guida creativa di Iivo Kaipainen, il disco alterna momenti di brillantezza tecnica a passaggi emotivamente intensi, evidenziando la capacità degli ARION di innovare senza mai tradire le proprie radici. Ogni traccia si configura come un invito a immergersi in un’esperienza sonora profonda e coinvolgente, trasportando l’ascoltatore in un viaggio fatto di armonie potenti e contrasti energici che esprimono la determinazione e la forza della loro visione musicale.
La struttura musicale è curata nei minimi dettagli: riff incisivi, arrangiamenti orchestrali e passaggi di pura potenza metal si uniscono per creare atmosfere davvero epiche. In particolare, la performance di Iivo Kaipainen brilla per la sua lucentezza e virtuosismo, trasportando l’ascoltatore attraverso melodie intensi e ricche di emozione. Pur notando qualche tratto di eccessiva complessità in alcune tracce, l’equilibrio tra dinamiche più morbide ed esplosioni di energia rimane il punto forte dell’album.
La voce possente di Lassi Vääränen è presenza costante nell’album, capace di esprimere la propria passione con intensità e presenza scenica. La collaborazione con Melissa Bonny in “Wings Of Twilight” aggiunge un ulteriore strato di raffinatezza, evidenziando una sinergia vocale che eleva il brano a livelli d’intensità che lasciano il segno. Se in alcuni momenti gli arrangiamenti troppo elaborati rischiano di appesantire la performance, l’interpretazione nel complesso resta solida e carica di passione.
La produzione, curata nei minimi dettagli da Matias Kupiainen, garantisce un mix chiaro e ben bilanciato. L’integrazione delle orchestrazioni con gli elementi metal tradizionali crea un sound moderno ed energico. Sebbene in alcune parti l’eccessiva stratificazione possa rendere il nucleo metal meno immediato, il risultato finale è una sonorità ricca e coinvolgente che valorizza ogni performance strumentale.
Tra le 11 tracce spiccano in particolare:
• “The Light That Burns The Sky” – La title track si apre con riff dinamici e tensione sonora, creando un vortice di energia che cattura l’ascoltatore sin dal primo istante.
• “Like The Phoenix I Will Rise” – Qui il virtuosismo chitarristico diventa un inno alla rinascita, tracciando un percorso infiammato che trasforma ogni nota in un’affermazione di potenza.
• “Wings Of Twilight” – Il duetto tra Lassi Vääränen e Melissa Bonny genera uno scambio vocale vibrante, capace di trasformare ogni passaggio in un’esperienza emotiva intensa e inimitabile.
• “Burning In The Skies” e “In The Heart Of The Sea” – Questi brani offrono arrangiamenti che evocano scenari da colonna sonora, dove ogni nota è carica di un’energia cinematografica quasi mitica.
• “Into The Hands Of Fate” – Il gran finale riassume il viaggio dell’album, chiudendo il cerchio narrativo con una resa sonora trionfante che lascia un’impronta indelebile.
Alcune tracce, come “Wildfire” e “Blasphemous Paradise“, mostrano una ricerca di complessità che, se da un lato punta all’innovazione, dall’altro rischia di frammentare l’esperienza d’ascolto. In alcuni passaggi, l’eccessiva stratificazione di effetti e orchestrazioni tende a “ingolfare” il core metal, allontanando l’ascoltatore dalla spontaneità che caratterizza i momenti più autentici della band.
“The Light That Burns The Sky” è un’opera ambiziosa che sapientemente coniuga innovazione e tradizione. La splendida performance chitarristica e l’atmosfera evocativa rappresentano i veri punti di forza del disco, mentre le sperimentazioni, pur risultando a tratti eccessive, non riescono a oscurare l’impegno e la passione della band. Complessivamente, l’album testimonia la capacità degli ARION di evolversi, regalando un’esperienza sonora intensa e, nel suo complesso, gratificante.