Quando nel 1993 gli ETERNAL DEFORMITY facevano timidamente capolino nella scena musicale, probabilmente nessuno avrebbe scommesso più di tanto su questo quintetto polacco che, dal 1994 al 2002, rilasciò quattro dischi che mostravano tutti i pro e i contro (soprattutto) dell’autoproduzione. Gli anni che seguirono permisero alla band di evolversi e di muovere grandissimi passi nella discografia, grazie al supporto della Code666 Records che il 30 Aprile 2012 è pronta a rilasciare il nuovo full-lenght “The Beauty of Chaos”.
Il ricco mix di gothicdoom metal dalle marcate tinte progressive, rende questo album appetibile per tutti gli amanti e sostenitori del genere senza rinunciare, però, ad una continua sperimentazione di suoni e umori che cerca di lottare contro gli ormai insopportabili cliché dei quali, ormai, questo genere si avvale senza fare troppi complimenti. Il risultato è un disco vario, originale e senza freni ricco di interessanti proposte quali la track “Lifeless”, nella quale atmosfere dai richiami orientali fanno da sottofondo alla performance vocale di Piotr Rokosz (Tastiere, voce) e Przemyslaw Kajnat (Basso e voce), tanto equilibrata, quanto cattiva e violenta, o l’echeggiante pianoforte di “Pestilence Claims No Higher Purpose”, che attinge spunti dal black sinfonico più grezzo già collaudato con successo dai colleghi Arcturus. Personalmente, “Caught Out Luying”, merita un occhio di riguardo: una track marziale e severa, che smorza e, allo stesso tempo, conferma, gli umori cangianti di “The Beauty of Chaos”.
Vale la pena prestare un orecchio a questo album che, senza troppi giri di parole (o di basso), si offre con estro e professionalità al grande pubblico. Chi ha amato il precedente “Frozen Circus”, apprezzerà la rinnovatissima veste della band polacca e, probabilmente, penserà che essere fuori dalle righe non è sempre, anzi, quasi mai, un errore.