Continua la costante evoluzione compositiva dei Fates Warning, che tornano con “Theories Of Flight”, il loro nuovo lavoro a distanza di tre anni da “Darkness in a Different Light“. La formazione rimane stabile, con un ispirato Ray Alder alla voce e l’inossidabile Jim Matheos alla chitarra, qui anche in veste di produttore.
La grande attenzione alla melodia e alla dimensione intimista che pervade tutto l’album, si riscontra immediatamente nel pezzo di apertura “From The Rooftops“, dove partecipa come ospite anche l’ex chitarrista Frank Aresti, autore di uno splendido assolo.
Grande carica emotiva nella bellissima “Seven Stars“, che ci presenta un gruppo alla ricerca continua di nuove influenze, che esplora senza paura soluzioni e stile differenti; questa atmosfera e la sensazione di trovarsi davanti ad un album maturo e costruito con la massima attenzione ad ogni dettagli continua con “SOS” e con la raffinatissima “The Light And Shade Of Things“, che nei suoi dieci minuti di durata riesce a sorprendere e a non scivolare mai nella scontatezza.
A portare più carica e dinamismo ci pensa la corposa “White Flag“, che vede ancora la partecipazione di Aresti e si presenta come un bel tuffo nelle radici più heavy del gruppo. Leggera e orecchiabile “Like Stars Our Eyes Have Seen“, mentre “The Ghosts Of Home” è il secondo pezzo articolato in più di dieci minuti, che non raggiunge però le stesse vette dell’episodio precedente.
Chiude l’album la titletrack “Theories Of Flight“, pezzo elegante ed evocativo, dove si sente molto bene la mano esperta di Jens Bogren dei Fascination Street Studios (Opeth, Symphony X, Haken)
Molto interessante la storia che si cela dietro l’artwork: si tratta di una creazione dell’artista Graceann Warn, intitolata “Theories of Flight“, che ha colpito moltissimo Matheos, tanto da decidere di cambiare il titolo dell’album, che originariamente doveva essere “The Ghosts of Home” (e il pezzo che ora porta questo titolo era invece “Home Again“).
I Fates Warning confermano ancora una volta di essere una band in ottima salute dal punto di vista compositivo ed esecutivo, con un album di buon progressive metal sfumato in mille altre sfaccettature. Intenso ed impegnato, piacerà forse meno ai fans di vecchia data, ma non troverà difficoltà a trovare nuovi estimatori.