Certe band sono un mistero…nascono da un’idea pazza, magari con qualche bicchiere di troppo in corpo, e giorno per giorno crescono assumendo le forme di immagini nitide e chiare. E se a questo si aggiunge il rispetto verso il proprio pubblico, la coesione fraterna dei componenti e la voglia evergreen di mai darsi per spacciati, allora il successo (inteso come realizzazione dei propri sogni) diventa automatico…
I Folkstone ormai rappresentano un movimento…da sempre convinti dei propri mezzi ma altrettanto saggi da rimanere con i piedi per terra, i nove bergamaschi arrivano al traguardo numero quattro della propria carriera. Con una formazione ormai rodata e con una reputazione studio/live che li precede, Lore e soci scaricano su supporto ottico quattordici nuove storie di vita da condividere. Il sound più innovativo e oscuro de “Il Confine” si allevia prendendo sentieri più semplici e diretti, perché posare la fonte inesauribile di arrangiamenti folk richiede un’attenzione maggiore e una maturata destrezza.
La produzione rimane su canoni classici, dove il tiro e la grinta la fan da padroni. I suoni sono ben curati e amalgamati, segnale che la band ha saputo compiere notevoli passi avanti nel corso di nemmeno due lustri. Le performance sono potenti e cariche di pathos, dove su tutti svettano la maestria ritmica di Edo e la poliedricità di Maurizio…la voce di Lore è uno dei punti cardine del sound della band, concepita su lyrics poetico/struggenti e sorretta da un’interpretazione carica di ‘stanchezza vitale’ e rabbia ribelle. La contrapposizione con il timbro più mellifluo di Roby sa dare origine a cori dal sapore aspro e provante, capaci di rappresentare al meglio il senso di fatica espresso dai testi.
Se il singolo “In Caduta Libera” lascia un attimo destabilizzati per la facile accessibilità, le successive “Prua Contro Il Nulla” e “La Tredicesima Ora” vi metteranno i brividi alla schiena per strutture e idee. “Mercanti Anonimi” permette un assaggio del duetto vocale sopra esposto, mentre songs come “Manifesto Sbiadito” e “Nella Mia Fossa” saranno un trionfo per i fans della band. Da incorniciare “Soffio Di Attimi” (dal testo toccante) e la successiva “L’Ultima Notte”, mentre una menzione a parte se la meritano la ‘litfibiana’ “Tex” e la conclusiva “Oltre…L’Abisso”, dove la band riesce a esternare ancora maggiore energia.
“Oltre…L’Abisso” non vi colpirà subito al cuore come i primi due dischi ne vi lascerà straniti come “Il Confine”. In effetti, dal punto di vista personale, è il disco che ha richiesto più ascolti per essere capito e assimilato, dato che i primi ascolti avranno un andamento sinusoidale. Ma il clou uscirà quando meno ve lo aspetterete, quando le vostre orecchie e i vostri cuori saranno pronti a fruire di tante idee coese assieme. Allora si che potrete dire di essere andati ‘oltre’…