Avviso: Domino Effect è un disco da comprare assolutamente!
I Gotthard si ripresentano sul mercato con un nuovo freschissimo disco di hard rock come ormai quasi nessuno suona più! A mio avviso gli Svizzeri sono stati l’ultima vera grande band nata nel panorama hard rock negli anni ’90 (se si escludono i redivivi Fair Warning ed i Brother Firetribe) che hanno quel qualcosa in più di tutta la moltitudine di band che satura il mercato. Insomma, sono non uno,ma due gradini sopra la norma… Il loro sound è una miscela esplosiva di Whitesnake,Bon jovi,Rainbow,Lynyrd Skynyrd, Journey, Ac/Dc fino ad arrivare a qualcosa di Bruce Springsteen.
Mettiamo il cd nel lettore e notiamo subito che la partenza è ad alta tensione!!! L’intro alla Blaze of Glory esplode in una fast song che riprende direttamente il discorso interrotto con Anytime Anywhere del precedente Lipservice; la linea vocale di Steve è di quelle che ti si stampano in testa in un microsecondo! (dal vivo si prevedondo effetti devastanti!!).
Gone Too Far è un brano ultracadenzato che unisce un inatteso fraseggio arabeggiante di chitarra ad una melodia ruffianissima che ci porta ad un ritornello assolutamente FM music anni ’80.
Ascoltando la title track si nota la fondamentale presenza alle keys dell’ottimo Nicolò Fragile mentre Steve ci racconta dell’Effetto Domino su una linea vocale abbastanza drammatica.
Falling & the Call sono due ballad splendide (come per altro tutte quelle composte dalla band svizzera), ed i Gotthard dimostrano qui più che mai il loro gusto compositivo e melodico fuori dal comune che gente come Bon Jovi (tanto per citarne uno) ormai si sogna. Falling unisce un incedere un pò marziale ad un finale altamente sinfonico, mentre The Call riprende all’inizio sonorità un pò alternative e le assoggetta al gusto AOR, che è patrimonio dei Gotthard, per portarci commossi e felici ad un ritornellone che negli anni ’80 sarebbe stato ai primi posti delle classifiche mondiali!
The Oscar Goes to You ci risveglia con il suo andamento ancora una volta drammatico -almeno nella strofa- in stile Anytime Anywhere; il ritornello è come al solito ultraorecchiabile.
The Cruiser (Judgement Day) ripesca invece qualcosa dell’hard rock più sanguigno del periodo “G” e Nicolò Fragile pesca un suono di synth che è un pò la ciliegina sulla torta.
Heal Me ed è ancora un ponte verso il passato: questa volta mi viene in mente la storica Mountain Mama da Dial Hard. Letter to a Friend è un’altra semiballad di quelle che lasciano il segno, e siamo catapultati nei territori cari ai Rainbow dell’era Turner.
Tomorrow´s Just Begun si avvicina (come tanti splendidi pezzi di Open e Homerun) ad alcune cose prodotte negli eighties da Bruce Springsteen, Fleetwood Mac & Bon jovi e quindi non può che essere uno di quei pezzi da ascoltare in autostrada con la macchina che mangia l’asfalto ed il paesaggio che ci scorre di fianco (magari mentre andiamo a vederci un qualche bel festival metal!!!).
La successiva track Come Alive, se nell’introduzione scimmiotta un po’ il rap, si rivela poi nel ritornello una hard song tostissima nonchè l’erede della gloriosa Firedance!! Bad to the Bone mischia l’andamento di Love Hunter -opportunamente energizzata- degli Whitesnake ed anche qualcosa degli Aerosmith e Bon jovi; i Gotthard dimostrano ancora di non dimenticare mai quelle che sono le loro radici e le loro influenze.
Now è l’altra fast song di questo disco e qui l’altmosfera è rarefatta come su Bent out of Shape dei Rainbow e come fu quella della loro splendida Ride On su “G”.
Non contenti di cotanto ben di Dio, gli svizzeri ci lasciano con la superballad acustica Where is Love When it’s Gone che -similmente alla song capolavoro Trial by Fire degli immensi Journey- ancora una volta arriva dritta al cuore dell’ascoltatore. (Dimenticavo..qui il repeat è d’obbligo!!)
Rispetto all’album precedente si evince un evidente indurimento del suono ed un uso più massiccio delle tastiere a dimostrazione che Nicolo Fragile si è integrato ottimamente nella band. Steve Lee si dimostra essere uno dei migliori singer di tutto il panorama hard & heavy,davvero un cantante completo ed espressivissimo. Leo e gli altri offrono come sempre una prova superlativa.
Il pregio degli svizzeri è che sono sempre stati una band in evoluzione pur non snaturando mai il loro sound, e questo album ne è una ulteriore conferma.
Personalemente preferisco forse i Gotthard in una veste più morbida, ma questo Domino effect è un disco di hard rock semplicemente perfetto.
Compratelo!!!