Loading

HACKNEYED – Death Prevails

Gli Hackneyed hanno già riscosso parecchia curiosità ancor prima del loro esordio per l’età media dei componenti, sui 16 anni circa, quando di solito le bands cominciano a fare i primi passi in sale prova di fortuna insomma, mentre questi ragazzi tedeschi si trovano ad esordire nientemeno che per Nuclear Blast. La puzza di operazione commerciale, tanto per attirare come mosche le schiere di ragazzini loro coetanei che stanno scoprendo adesso un certo tipo di musica, sale al naso immediatamente, di fronte a un esordio così fulminante nel giro che conta.
Ma, stupore e magia, ci sono sostanza e capacità tecniche tutt’altro che traballanti dentro questo “Death Prevails”, che tanto per cominciare non è un album metalcore, emo-qualcosa o death hardcorizzato e imbastardito quel tanto che basta per far finta di aver evoluto il genere. Nossignori, qua lo sguardo è rivolto al passato, al death nudo e crudo a cavallo tra eighties e nineties, quello di primi Morbid Angel e Entombed, tanto per citare due ensemble fondamentali che in quegli anni lasciavano le loro prime sanguinolente tracce da entrambi i lati dell’Atlantico.
Di suonare trendy e moderni gli Hackneyed non ne vogliono proprio sapere, come rifiutano senza tentennamenti di lasciarsi andare su velocità vicine a quelle della luce, che spesso nascondono sconcertanti mancanze di idee, tanto care a tutti quei gruppi che fanno le gare di velocità coi loro strumenti. Spazio allora a mid-tempo soffocanti, cupissimi e claustrofobici, con la doppia cassa che tuona quando deve farlo e rallenta i colpi quando è il momento di allentare la presa, il growl è grasso e profondo e la melodia è oscura nenia cantilenante sepolta tra miasmi chitarristici old-school. Proprio l’interazione tra ritmiche truculente e giochi armonici in secondo piano, ma ben udibili, dà quel tocco di modernità e di diversità che porta nel tempo presente la musica del gruppo e non la lascia semplicemente ad omaggiare il passato. Un passato che rieccheggia anche nella produzione stessa, tra l’altro.
Quest’ultima infatti accentua al massimo la componente plumbea del disco, tanto da soffocare un po’ l’impatto distruttivo a favore dell’impenetrabilità dei fraseggi chitarristici, quando suoni leggermente più pompati e taglienti avrebbero accresciuto la violenza sonora dell’opera.
Se l’impressione generale è buona, resta da lavorare sul dinamismo dei pezzi, un po’ statici e che non sfruttano appieno la capacità di questi sbarbatelli di intessere melodie accattivanti relegate, però, ad accompagnamento dei passaggi più muscolari e pesanti, piuttosto che a fungere da assi portanti dei brani.
Come primo passo il risultato non è affatto disprezzabile, e assume ovviamente un valore molto alto in considerazione dell’oggettiva gioventù del quintetto. Non sono un bluff, questi Hackneyed, e potranno togliersi delle belle soddisfazioni negli anni a venire. Voto leggermente al ribasso per non gasarli troppo, sono ancora giovani…

  • 7,5/10

  • HACKNEYED - Death Prevails

  • Tracklist

    01.Reqviem
    02.Imperivm
    03.Ad Infera
    04.Lvdvs Dianae
    05.The Other Face Ov Hell
    06.Black Svn Theory
    07.Apocalyptic Zero
    08.The Secret Ov Lapis Manalis


  • Lineup

    Cardinale Italo Martire - chitarra/voce
    Serpentrax - basso
    m:A Fog - batteria