Dopo l’uscita un anno fa del primo singolo “Have Mercy On Me” è stato finalmente pubblicato l’undicesimo lavoro in studio degli svedesi Hardcore Superstar. Album attorno al quale non si è creato molto hype soprattutto per “colpa” delle cinque tracce su dodici rilasciate durante l’anno, tracce che si sono divise le critiche: alcune hanno avuto riscontri positivi come le due più heavy “AD/HD” e “Electric Rider”, mentre altre sono state meno apprezzate come “Baboon” e “Bring the House Down”.
Ma andiamo ad analizzare l’album. “You Can’t Kill my Rock ‘n’ Roll” si apre appunto con le due tracce più heavy e più apprezzate, la prima decisamente più pesante, mentre la seconda si distingue sia per le sonorità heavy che per il trascinante groove.
Parlando invece dei due singoli meno apprezzati, sicuramente “Baboon” è la canzone che, dopo numerosi ascolti, potrebbe invece finire tra le migliori del disco, mentre per “Bring the House Down” non c’è niente da fare, un brano che sa troppo di “HCSS” (album che fu totalmente non apprezzato né dalla critica né dai fan).
Il resto dell’album è costituito da tracce molto simili tra loro. Prevalentemente si tratta di brani melodici che spesso condividono la stessa struttura; tra questi si distingue “You Can’t Kill My Rock ‘N’ Roll”, traccia dalle influenze Hair. Nonostante questo, però, l’album nel complesso è ben riuscito. Dopo “HCSS” è già positivo il fatto che gli svedesi siano tornati a suoni più di propria “appartenenza”, e spero che gli Hardcore Superstar rimangano con questi suoni, che servono molto ad una scena che fa fatica ad emergere.