Certe cose sono belle perchè rimangono immutate nel tempo…cambia magari qualche piccola virgola o qualche accento, ma il grosso della sostanza subisce solo una piccola spolverata o una leggera passata di vernice per non perdere il proprio valore…e per gli Hatebreed ormai, sembra essere questo il credo compositivo affermato da qualche annetto a questa parte.
Giunti alla settima fatica discografica (esclusi live e album di cover), la band di New Haven si lancia sempre nel proprio metalcore genuino e grondante di sangue, basando la propria vena artistica su certe linee disegnate ormai da quasi dieci annetti…il che per molti potrebbe essere un campanello d’allarme, ma io bonariamente preferisco prenderlo come un discorso di auto rigenerazione e di completa libertà compositiva. Ben saldi ormai nella rete della Roadrunner, la band può usufruire di un degno artwork, di un’ottima produzione e di suoni davvero ben coltivati e raccolti. La performance da disco degli Hatebreed è fantastica, anticipando brillantemente la presa live che avranno le quattordici tracce che compongono il presente platter.
Tuttavia, sul livello delle songs, possiamo trovare gli autentici capolavori nello stile del quintetto (“Become The Fuse”, “Not My Master”, “Through The Thorns” e “Undiminished” sono delle vere perle di un hardcore imbastardito di metallo e rabbia), qualche song ‘di passaggio’, come “In Ashes They Shall Reap” e “Every Lasting Scare” che tutto sommato fanno sorridere, e dei veri e propri esempi di immondizia sonora usata come tappabuchi quali l’oscena “No Halos For The Heartless” e la spavalda “Merciless Tide”.
In conclusione, pur avendo lasciato passare tre anni dall’ultima fatica, gli Hatebreed hanno voluto fare un album per chi li segue ormai da tanto tempo, senza aggiungere ne togliere nulla ne tanto meno tentare di esplorare nuove forme di musicalità…scelta azzeccata, perché a chi li ama questo platter piacerà senz’altro, ma mi viene da chiedere se il prossimo passo sarà un’ennesima rilettura del passato o una coraggiosa sferzata verso mondi di più difficile comprensione, perché nel primo caso la valutazione potrebbe essere molto diversa…comunque sarà il fato a decidere.