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IGNITOR – The Spider Queen

Gli Ignitor, roccioso act statunitense giunto con questa release al terzo disco, sono uno di quei gruppi che popolano l’underground con costanza e dedizione alla causa, senza essere mai riusciti a ritagliarsi uno spazio davvero importante sulla scena. E’ il limbo in cui sono costrette a sguazzare tante band, una sorte da cui gli americani cercano di liberarsi col nuovo disco, nel quale azzardano un concept album e reclutano come vocalist qualcuno che la storia del metal l’ha scritta sul serio, anche se fatalmente è sempre rimasto ben lontano dal mainstream a causa della proposta sonora assai ostica della band di provenienza. Stiamo parlando di Jason McMaster, singer dei Watchtower in Energetic Disassembly, disco ricoperto di gloria solo parecchi anni dopo la sua incisione e recentemente riportato alla luce tra le tante ristampe gettate sul mercato in questo primo scorcio di millennio. Il quadro della situazione è qui ben diverso rispetto ai fasti dei prog/thrasher texani, le sonorità sono più quadrate e classiche, meno si prestano a scorribande vocali particolarmente ardite, ai limiti del pentagramma. Gli acuti lancinanti dell’esperto vocalist, dal singing quanto mai nervoso e incostante, all’inizio fanno un po’ fatica ad entrare in testa e ad amalgamarsi con le trame strumentali; dopo alcuni ascolti, non per forza attenti e minuziosi, la scelta di avvalersi di un cantante così particolare risulta infine azzeccata. Anzi, a ben vedere, McMaster si rivela essere la pietra angolare su cui edificare il disco e, se necessario, appoggiarsi quando non si ha ben idea di cosa combinare all’interno di una canzone
Infatti, le trame strumentali degli Ignitor sono abbastanza discontinue in quanto a fantasia e dinamismo, alternando passaggi di buona fattura ad altri sempliciotti e tenuti assieme dagli isterismi ben calibrati del singer. Quando il quintetto a stelle e strisce gioca con riff serrati e tira fuori dal cilindro ritmiche irrequiete, abbinate a melodie complesse e ricercate, il discorso si fa interessante, e si può dire che in questi frangenti il gruppo mostri, oltre a una discreta vena compositiva, una personalità interessante e un modo di interpretare lo US metal degno di essere approfondito. A questi momenti si alternano, con altrettanta frequenza, riff scontati, simili a quelli di una qualsiasi band di power melodico di questo mondo; qui si insiste, grossolanamente, su sonorità molto lineari e per forza di cose più morbide, che gli Ignitor non maneggiano con la stessa sapienza di quelle più dure. Forse la volontà di aderire al concept a tutti i costi ha giocato qua e là qualche brutto scherzo, fatto sta che The Spider Queen dona nei suoi tre quarti d’ora luci ed ombre in egual misura, e anche se si veleggia ben oltre la sufficienza, un po’ di delusione rimane per i troppi alti e bassi della release. L’album merita comunque un ascolto, orecchie diverse dalle mie potrebbero cogliere buone sensazioni anche in quei punti del disco per me meno coinvolgenti.

  • 8,5/10

  • IGNITOR - The Spider Queen

  • Tracklist

    01. By the Dividing Stream
    02. From Afar
    03. Twilight Tavern
    04. Heathen Throne
    05. Elusive Reaches
    06. Stone Cold Metal
    07. Smoking Ruins
    08. Tumman Virran Taa
    09. The Longest Journey (Heathen Throne Part II)


  • Lineup

    Petri Lindroos - Voce death,
    Markus Toivonen - Chitarra, Cori
    Sami Hinkka - Basso, Cori
    Janne Parviainen - Batteria
    Emmi Silvennoinen - Tastiere