Fa un po’ impressione trovarsi al cospetto di band sconosciute e scoprire che bazzicano la scena da un ventennio…se si è quasi sulla quarantina, come il sottoscritto, ci si ritrova a capire che in quegli anni (metà anni 90) si è solo seguito ciò che veniva procacciato dalle zine cartacee, evitando oziosamente di effettuare un lavoro di ricerca più approfondito…
Gli Innerwish sono in circolazione dal 1995 e hanno pubblicato quattro dischi prima di questo capitolo omonimo…il sestetto ellenico continua testardamente ad assestare il proprio songwriting su cliché cari al metal melodico tipico di metà anni 90, caratterizzato da un forte istinto vocale e da un discreto uso di ritmiche serrate e doppie casse…non vengono a mancare, a onor del vero, alcuni rimandi a quell’hard rock di fine anni 80, quando la fusione con elementi aor era già stata sperimentata e ben assimilata.
“Innerwish” è un disco completo, già a partire dal lavoro meticoloso eseguito in consolle…i suoni sono puliti e ben arrotondati, coaudiuvati da una serie di prove convincenti dove la roca voce di George Eikosipentakis trova ambienti ideali per poter esprimere il massimo di potenza e teatralità. Il mixing ovviamente va a premiare il lavoro di voce e chitarre mentre il mastering regala quell’effetto di professionalità che certi platter richiedono.
“Roll The Dice”, “Modern Babylon” e “My World On Fire” rappresentano songs ispirate ed accattivanti, anche se è in momenti meno elaborati come “Broken” “Sins Of The Past” e “Cross The Line” che fuoriesce il meglio degli Innerwish…tutto il disco, bene o male, viaggia su canoni più che sufficienti anche se mi sentirei di consigliare alla band di perpetuare un lavoro di ricerca di refrain più impattanti e di cori di più facile presa, in modo da sciorinare un disco di livello ancora superiore.
Una buona prova che getta nuovamente luce su un act che è riuscito a sopravvivere per così tanto tempo…ora che la base è stata reimpostata dobbiamo aspettarci molto dagli Innerwish. Mi raccomando.